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POLITICA

Italicum

Legge elettorale, Renzi: "Adesso tocca al Parlamento"

Per il segretario del Pd "la partita è in mano alle Camere". Sisto (Fi) e Guerini (Pd) insistono per portare la legge in aula entro gennaio. I democratici hanno ritirato quasi tutti tutti gli emendamenti presentati mentre rimangono quelli di Forza Italia. I partiti più piccoli scrivono alla Boldrini: "Più tempo per discutere la legge"

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Francesco Paolo Sisto (Fi)
Roma
"Adesso tocca al Parlamento". Per Matteo Renzi non c'è più la necessità di incontrare Silvio Berlusconi e tutto è in mano alle Camere. Per il segretario del Pd infatti c'è "un'ottima bozza di accordo. Ci sono delle discussioni aperte su dei dettagli che sono, secondo me, abbastanza agevoltemente risolvibili". E il sindaco di Firenze passa così il testimone ai parlamentari: "La partita è in mano alle donne e agli uomini che siedono in Parlamento".

La posizione di Sisto e Guerini
Il testo della riforma elettorale andrà "comunque in aula entro gennaio anche se non si dovesse arrivare al voto in commissione". Il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, Francesco Paolo Sisto, spinge per l’approdo in aula  della legge elettorale e per questo motivo sta partecipando, su invito della presidente della Camera Laura Boldrini, alla conferenza dei capigruppo che dovrà calendarizzare la riforma elettorale.

Sisto ha convenuto anche sul fatto che i gruppi più piccoli cercano di far saltare l'approdo in aula entro gennaio, in modo da far sì che scatti poi alla prossima settimana il contingentamento dei tempi: "ognuno fa la sua parte: un oncia in più di dibattito non fa male, ma c'ù una urgenza precisa sulla legge elettorale". A questo punto Sisto ha ricordato le sue prerogative come presidente della commissione: "tutto dipende dall'atteggiamento che ci sarà in commissione. Io posso far scattare la 'tagliola' e se non ci sarà il fairplay parlamentare, allora si creeranno le condizioni per ricorrervi, perché se un testo è inserito con urgenza nel calendario dell'Aula, allora la commissione deve concluderne l'esame comunque". 

Una posizione sostenuta anche da Lorenzo Guerini, portavoce della segreteria Pd: "Dobbiamo andare in aula a gennaio, non prendo neanche in considerazione altre date. Ci sono ancora dei nodi da sciogliere come la soglia al 38% e la delega al Governo, ma stiamo lavorando e ci sono le condizioni per scioglierli".

La questione emendamenti
"Allo stato solo il Pd ha ritirato i propri emendamenti, non Forza Italia; nulla esclude che altri gruppi potranno ritirarli" ha detto il presidente della commissione Affari Costituzionali al termine dei lavori della commissione, precisando quanto avvenuto stamattina.
 
Tutto questo dopo che in un primo momento si era appreso che sia Pd e che FI avevano ritirato ufficialmente gli emendamenti alla legge elettorale. La novità è invece che solo il Pd ha ritirato la maggior parte dei propri emendamenti, confermando solo i tre relativi all'innalzamento della soglia di sbarramento per accedere al premio di maggioranza, alle primarie facoltative e alla delega al governo per la ridisegnazione dei collegi. Forza Italia, invece, contrariamente a quanto appreso in precedenza, ha mantenuto tutti gli emendamenti depositati. La conferma è arrivata sempre dal presidente della commissione, Francesco Paolo Sisto : "Allo stato - ha riferito Sisto - sono stati ritirati solo gli emendamenti del Pd. In tutto, quelli ammessi, sono circa 250-260". Sul tavolo rimane pertanto anche il cosiddetto emendamento 'salva Lega' che prevede il ripescaggio dei partiti fortemente radicati in un determinato territorio qualora questi superino l'8% dei voti in 7 circoscrizioni: una sorta di ciambella di salvataggio lanciata dall'ex premier agli ex alleati del Carroccio che si riproporrebbe anche nella versione fotocopia presentata dalla Lega stessa. 
 
"Nell'incontro tra Berlusconi e Renzi è stato stilato un patto e i patti si rispettano", aveva detto stamattina ad UnoMattina sempre Sisto, relatore della legge elettorale. Parole che si sono rivelate in qualche modo profetiche anticipando, di fatto, la decisione poi rivelatasi almeno parzialmente falsa  di Pd e FI di ritirare tutti gli emendamenti proposti all’Italicum.
 
Intanto la commissione Affari costituzionali della Camera ha iniziato l'iter ufficiale dell'esame degli emendamenti alla legge elettorale. Il presidente e relatore ha letto gli emendamenti dichiarati inammissibili. Al termine dovrà essere stabilito un breve periodo per i ricorsi. Dei 318 depositati ieri, sono stati dichiarati ammissibili circa 250 proposte di modifica al testo.

I partiti più piccoli chiedono più tempo alla Boldrini
Più tempo per discutere della legge elettorale. Questa la richiesta contenuta in una lettera inviata dai partiti più piccoli alla presidente della Camera, Laura Boldrini, in attesa dell'esito della conferenza dei capigruppo, iniziata alle 16.30. Nella lettera, sottoscritta da Pino Pisicchio di Centro democratico, Lorenzo Dellai di Popolari per l'Italia, Giancarlo Giorgetti della Lega, Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia e Gennaro Migliore di Sel viene chiesto di "poter disporre di un tempo ragionevole per poter dignitosamente e responsabilmente di quella che è la legge fondamentale dell'ordinamento politica italiana".

"Un tempo - aggiungono i capigruppo di Centro democratico, Popolari per l'Italia, Lega, Fratelli d'Italia e Sel - che non può essere condizionato dal 'totem' della alendarizzazione entro il mese di gennaio solo per consentire il contingentimento dei tempi di discussione nel mese di febbraio". "La diversità politica dei sottoscrittori di questa lettera - concludono - crediamo possa dichiararLe, onorevole Presidente, la fiducia che si ripone in Lei come garante del pluralismo democratico nella Camera dei deputati".

In Aula probabilmente il 30 e non il 29
La conferenza dei capigruppo dovrà ora stabilire se sarà necessaria una nuova definizione del calendario, in quanto a questo punto appare difficile che il testo della riforma elettorale possa essere licenziato in tempo dalla Commissione per il 29, domani, quando è previsto l'approdo in Aula. "Il 30 gennaio - puntualizza il capogruppo Pd Roberto Speranza - è il termine massimo per andare in Aula". Termine massimo che, stando a quanto emerso dalla capigruppo appare anche come il più probabile a questo punto. 
 
Lega: “Nessun salva Lega, noi ci salviamo se votano i cittadini”
"Ma che salvalega...noi ci salviamo se ci votano i cittadini". Coì' il segretario del Carroccio, Matteo Salvini, parlando a Radio Anch'io. Salvini boccia senza appello l'Italicum: "è una legge che nasce male, come tutte le cose nate in fretta. E' un peggioramento del Porcellum. E' una porcheria inimmaginabile".  Quanto a possibili accordi su emendamenti, Salvini ha detto: "Non siamo schizzinosi, parleremo con Renzi e Berlusconi, ma la legge è una porcheria. Con liste bloccate e premio di maggioranza, i cittadini cosa sceglierebbero? Cosa cambierebbe rispetto ad oggi?".
 
Scelta Civica, discutibile doppio binario  
"Noi abbiamo presentato 20 emendamenti, ma quel che mi pare discutibile e pericoloso è il doppio binario: uno extraparlamentare e uno nel Parlamento che sembrano in contrasto tra loro. Dipende da un fatto oggettivo: che i leader dei principali partiti politici sono fuori dal Parlamento. E' naturale che ci sia un'intesa, ma che si sovrapponga e a volte ostacoli il lavoro parlamentare mi pare eccessivo". Così Stefania Giannini, coordinatore di Scelta civica, parlando a Radio anch'io.