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POLITICA

Legge elettorale, cos'è il Mattarellum

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Un seggio elettorale
Il Mattarellum è un sistema misto, nato dopo il referendum del 1993 con il quale gli italiani votarono a favore dell'abrogazione del proporzionale. Si passò dunque a un sistema elettorale misto a prevalenza maggioritario: 475 seggi per la Camera e 232 per il Senato vengono assegnati secondo un meccanismo maggioritario a turno unico: viene eletto parlamentare il candidato che ha riportato la maggioranza relativa dei suffragi nel collegio. E' stato utilizzato nel 1994, 1996 e 2001. 

Cosa prevede
Nello specifico, il Mattarellum prevede per la Camera l'elezione del 75% dei deputati con collegi uninominali e il restante 25% con un sistema proporzionale. Per la parte maggioritaria viene eletto il candidato che ottiene più voti. Nel proporzionale, dove non sono ammesse le preferenze, accedono alla suddivisione dei seggi le liste che hanno raggiunto la soglia di sbarramento del 4%. Prima della ripartizione occorrerà applicare il meccanismo dello scorporo, per cui alla lista vengono sottratti i voti ottenuti dal candidato ad essa collegato che ha vinto nel collegio. A tal fine, le coalizione presentano anche le "liste civetta", non per ottenere voti ma per "scaricare" lo scorporo. Al Senato i tre quarti dei seggi vengono assegnati col sistema maggioritario, in collegi uninominali, a maggioranza semplice e a turno unico. Per il restante quarto dei seggi, si applica il metodo proporzionale. E' quindi un sistema che favorisce il bipolarismo (ma oggi in Italia vi è un sistema almeno tripolare), obbligando a coalizioni ampie e di scarsa omogeneità, che non sempre restano unite fino alla fine della legislatura, così come avvenne nel '94 per il primo governo Berlusconi, sostenuto da una coalizione di centrodestra (il Polo delle Libertà al nord e il Polo del Buon governo al sud), che andava da Forza Italia alla Lega, passando per An fino al Ccd.

Il sistema con cui fu eletto Prodi
Il Mattarellum fu anche la legge elettorale con cui vinse il primo governo Prodi, nel 1996, sostenuto da Ulivo (una coalizione che andava dal Pds al Ppi, passando per i Socialisti italiani fino ai Verdi e i Repubblicani e la Rete di Orlando) e Prc di Bertinotti. Fu allora, nel '96, che si applicò il cosiddetto 'patto di desistenza' tra il Prc e le forze politiche riunite nella coalizione di centrosinistra l'Ulivo. In virtù della desistenza, Rifondazione Comunista non presentò propri candidati in tutti i collegi elettorali e in quelli assegnati, tramite appunto il patto elettorale, al Prc non venne, di conseguenza, presentato il contrassegno dell'Ulivo. Due anni dopo, la coalizione si ruppe con il passaggio di Prc all'opposizione e la scissione che portò alla nascita del PdCI.