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CULTURA

"Vivo la fotografia come salvezza e verità"

Letizia Battaglia, la passione e la lotta alla mafia: "Mattarella sarà un presidente rivoluzionario"

Ha ritratto luoghi e vittime di omicidi di mafia. "La mia battaglia ha sostenuto il lavoro di qualche giudice, un po' della società civile, ma se non c'è una volontà politica forte, europea, mondiale, le mafie non verranno mai distrutte" 

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Letizia Battaglia
di Carlotta Macerollo
"Ho iniziato a fotografare a 37-38 anni, avevo già tre figlie". La più grande fotografa contemporanea in Italia racconta l'inizio della sua carriera e l'amore per il suo lavoro: "Iniziai come reporter del quotidiano L'Ora di Palermo, con le foto volevo dimostrare indignazione. I Corleonesi scesero a Palermo per portare droga, corruzione, malaffare...furono anni terribili: ammazzavano le persone, i giudici, i poliziotti, i professionisti". Battaglia ha compiuto ottant'anni il 5 marzo e non ha mai smesso di dedicarsi alla sua attività: si pente di averlo fatto per alcuni anni perché "ogni lassata è pirduta" e ha ripreso a scattare, a costruire nuovi orizzonti di espressione.

"Ho cominciato a scattare sbagliando"
Ripesca dalla memoria momenti memorabili della sua vita, ripercorrendo la strada che l'ha portata alla fotografia: "Ho cominciato a scattare sbagliando - ha detto - poi ho continuato tutta la vita a sbagliare perché non crediate che essere arrivata a pubblicare dei libri significhi avere tutti i negativi belli e sistemati: i miei erano dieci sbagliati e poi uno finalmente, forse, buono". 

"La mia battaglia"
"La mia battaglia ha dato sostegno al lavoro di qualche giudice, un po' della società civile, ma se non c'è una volontà politica forte alta, europea, mondiale, le mafie non verranno mai distrutte". 

"Quella foto simbolo" 
Tra le sue foto più famose c'è quella ad un giovane Sergio Mattarella che tiene tra le braccia il fratello appena ucciso


"Era un giorno di festa, noi eravamo soliti andare in una villa con un caffè, ci incontravamo tutti lì, amici, ambientalisti. Stavamo tornando a casa a mangiare era l'una all'incirca - racconta Battaglia - E abbiamo visto in via Libertà, la via principale di Palermo, un assembramento di persone, poche, 5 o 6, intorno ad una macchina. Abbiamo iniziato a fotografare senza sapere cosa stavamo riprendendo. Pensavamo ad un incidente e poi ci hanno detto che era il presidente della Regione Sicilia. Eravamo già tremanti, abbiamo provato un grande dolore. Sono stati giorni terribili, poi i funerali con il presidente di allora Pertini. E ora, 40 anni dopo, è diventato presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il fratello di Piersanti ammazzato: ho una grande solidarietà con lui, questa storia dolorosissima, di un fratello ammazzato da qualche mascalzone". Poi prosegue: "Penso che sarà un presidente rivoluzionario, ne sono sicura".

Palermo
"Non mi sento una provinciale perché sono rimasta a Palermo. Negli Stati Uniti ho vinto i premi di fotografia più importanti. Forse sono rimasta per orgoglio, per non darla vinta a quei miserabili; la paura ti resta ed è un fardello pesante. Per me lottare contro la mafia è la normalità: la morte è sempre stata presente ma non ci penso. Si deve cercare di essere allegri, anche nella disperazione".