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POLITICA

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Letta: "Ho il Pd nel cuore, ma ho bisogno di 48 ore per decidere"

Dopo uno stallo durato più giorni, il Pd  tenta di ritrovare la rotta giusta per risolvere il problema della  leadership. Cresce il pressing sul nome di Letta che prende tempo

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"Sono grato per la quantità di messaggi di incoraggiamento che sto ricevendo. Ho il Pd nel cuore e queste sollecitazioni toccano le corde più profonde. Ma questa inattesa accelerazione mi prende davvero alla sprovvista; avrò bisogno di 48 ore per riflettere bene. E poi decidere".

Così Enrico Letta commenta su Twitter la possibilità di un suo ruolo di guida per il Pd dopo le dimissioni di Nicola Zingaretti da segretario.

Piace alla maggioranza dem e non dispiace alla minoranza degli ex renziani che, visti i numeri in assemblea, non sembra intenzionata a ostacolare la cosa, anche se frena ribadendo la richiesta di un congresso. Letta chiede 48 ore di tempo.

A suggerire ai dem un'urgenza di decidere sulla guida ci sono anche i sondaggi. Secondo quello dell'istituto Swg per il Tg La7 in una settimana il Pd è diventato il quarto partito, scendendo al 16,6% e, soprattutto, subendo il sorpasso di Fratelli d'Italia (16,8%).

Intanto l'assemblea ci sarà e si terrà domenica, un solo giorno rispetto ai due previsti. Si svolgerà "da remoto" e servirà "all'elezione del segretario nazionale del Pd" comunica la presidente del Pd, Valentina Cuppi.

Su Letta convergono i dem vicini a Zingaretti e al ministro Dario Franceschini, così come non ci sarebbe il veto dall'aera guidata dal vicesegretario Andrea Orlando. Fra gli ex renziani di Base riformista c'è meno entusiasmo. "Prima di parlare di nomi - spiega il deputato Andrea Romano, portavoce della corrente - auspico che il segretario sia una figura nella quale tutto il Pd si possa riconoscere, in una fase così complessa non si può giocare condivisioni o forzature. In ogni caso, non si può rinunciare a una discussione di tipo congressuale. Le due cose vanno insieme".

Anche nell'area Orfini il ragionamento non è troppo diverso: "Serve un segretario unitario in cui tutti possano riconoscersi, in vista di un congresso vero sulla linea politica da fare appena la pandemia lo consentirà", chiarisce Francesco Verducci.