Elezioni parlamentari
Libano alle urne, scarsa l'affluenza: 46,88%, nel 2009 quasi l'8 per cento in più
Sono state le prime elezioni in 9 anni. Si è votato con una legge proporzionale, che si inserisce nel particolare contesto multi confessionale libanese, dove un numero prestabilito di seggi viene assegnato a ogni comunità. Tensioni nello Chouf e nella Beqaa

In Libano si sono tenute le prime elezioni parlamentari in 9 anni, qualche denuncia di irregolarita' e un'affluenza inferiore alle attese, secondo i dati non ancora definitivi. Alle 18:00 ora locale (le 17 in Italia), quindi un'ora prima della chiusura dei seggi, l'affluenza era al 46,88%, quasi 8 punti percentuali in meno delle elezioni del 2009, secondo l'ultimo dato fornito dal ministero dell'Interno.
Si è potuto votare anche oltre l'orario di chiusura dei seggi
Intanto, dopo la chiusura dei seggi (alle 19:00, le 20 italiane) e' iniziato il conteggio dei voti. Nel pomeriggio si era ipotizzata una estensione dell'orario di chiusura, paventata anche per ovviare ad alcuni problemi verificatisi al loro interno e ai conseguenti rallentamenti nelle procedure di voto, come nel caso di alcuni seggi dello Chouf, dove gli elettori hanno atteso anche piu' di un'ora per votare. Ipotesi tuttavia smentita da una fonte del Palazzo presidenziale, che ha ricordato al quotidiano Daily Star che la nuova legge elettorale adottata a giugno 2017 non permette di estendere l'orario di chiusura dei seggi oltre le 19. Gli elettori che erano gia' all'interno dei seggi, tuttavia, hanno potuto votare anche oltre l'orario di chiusura.
Tensioni ai seggi nello Chouf e nella Beqaa
Sebbene le elezioni parlamentari libanesi procedano regolarmente, come attestato anche dal capo della missione degli osservatori Ue, Elena Valenciano, non sono mancati nel corso della giornata le tensioni in alcuni collegi elettorali. In tarda mattinata, all'interno del seggio di Lassa, villaggio a maggioranza sciita nel distretto di Jbeil, poco a nord di Beirut, e' scoppiata una rissa che ha costretto gli scrutatori a interrompere le operazioni di voto per quasi un'ora. Nelle stesse ore a Ras el Naba, quartiere che rientra nella circoscrizione di Beirut II, sono state interrotte le votazioni a causa un errore nella consegna di alcune schede elettorali, contrassegnate dalla dicitura "Nord I" anziche' "Beirut II".
Rissa, urna aperta e schede elettorali sparse nel seggio
Gli episodi piu' problematici si sono verificati pero' nella seconda parte della giornata. Ad Aley, nel distretto dello Chouf, la tv Al Jadeed ha ripreso una rissa all'interno del seggio, culminata con un uomo non identificato che ha aperto l'urna spargendo le schede elettorali all'interno della stanza, prima che intervenisse la sicurezza.
اشكال في قلم اقتراع في الشويفات وتحطيم صندوق الاقتراع#خلي_صوتك_عالجديد pic.twitter.com/gEuH7QhLzC
— AlJadeed فنّ (@aljadeedfan) 6 maggio 2018
A Zahle, intorno alle 17 ora locale la candidata Myriam Skaff, esponente di una importante famiglia locale e leader del Blocco popolare indipendente, ha convocato una conferenza stampa denunciando "minacce e aggressioni" ai suoi danni e ai danni dei suoi sostenitori, da parte di supporters delle Forze Libanesi (LF).
Nel distretto di Baalbek, in particolare nel villaggio di Deir al Qamar, gli elettori si sono lamentati per la lentezza delle procedure, che hanno costretto molti ad attendere piu' di un'ora per votare, con alcuni che hanno alla fine rinunciato al voto.
Al voto in 3,7 milioni con il proporzionale
Sono stati circa 3,7 milioni gli elettori chiamati alle urne in 1800 seggi. I risultati sono attesi domani. Per garantire la sicurezza, il ministero dell'Interno ha schierato 20.000 uomini delle forze dell'ordine.
Si è votato con una legge proporzionale, che si inserisce nel particolare contesto multi confessionale libanese, dove un numero prestabilito di seggi viene assegnato a ogni comunità. L'attuale ripartizione prevede 64 seggi alla comunità cristiana (34 ai cristiano maroniti, 14 ai greco-ortodossi, 8 ai melchiti, 5 agli armeno ortodossi, uno a testa per le restanti minoranze cristiane) e 64 seggi alla comunità musulmana (27 ai sunniti, 27 agli sciiti, 8 ai drusi e 2 agli alawiti).
Sono in totale 583 i candidati, suddivisi in 77 liste, nei 15 diversi distretti elettorali del Paese. Molte le donne rispetto a nove anni fa, anche se ancora poche rispetto alla popolazione effettiva: sono 83 a fronte delle 12 che si candidarono l'ultima volta.
Due novità assolute
Queste elezioni si caratterizzano per due novità assolute: il ministero dell'Interno sarà l'unico responsabile dello spolgio, che in precedenza era affidato a rappresentanti dei partiti, e hanno potuto votare anche i libanesi all'estero.
Il partito sciita filo iraniano Hezbollah, che ha presentato liste congiunte con l'altro movimento sciita Amal, potrebbe trarre i maggiori vantaggi dalla nuova legge elettorale, perché in un Parlamento frammentato si troverebbe senza veri oppositori.
Il partito Futuro del premier Saad Hariri e il Free Patriotic Movement del presidente Michel Aoun si sono presentati insieme in quattro distretti, ma sono rivali in altri quattro. Il Fpm si è presentato con Hezbollah e Amal nel distretto di Baabda in opposizione a Nabatiyeh.