Le esplosioni e la rabbia
Libano, si dimette il governo Diab: "Il disastro al porto è risultato di corruzione cronica"
"La rete della corruttela è più grande di quella dello Stato" ha detto il premier uscente in un discorso tv alla nazione. Di nuovo scontri a Beirut, sassaiola contro polizia e lacrimogeni nella zona vicino al Parlamento

Il primo ministro libanese, Hassan Diab, ha annunciato in diretta tv le dimissioni del suo governo a seguito della devastante esplosione che la scorsa settimana ha colpito il porto di Beirut e della violenta reazione popolare. Il disastro avvenuto martedì scorso a Beirut "è il risultato di una corruzione cronica" in Libano, che ha impedito una gestione efficace del Paese, ha detto. "La rete della corruttela è più grande di quella dello Stato".
La decisione è stata presa durante una riunione di gabinetto svolto dopo l'annuncio di altri quattro responsabili di dicastero già dimissionari o pronti a lasciare l'incarico. Si sono già dimessi il ministro della giustizia Marie-Claude Najem, quella dell'Informazione Manal Abdul Samad e quello dell'ambiente Damianos Kattar, mentre quello delle Finanze Ghazi Wazni ha detto di avere già scritto una lettera di dimissioni ma di voler attendere l'uscita di tutto l'esecutivo. Prima dell'esplosione si era dimesso anche il ministro degli Esteri, Nassif Hitti.
"Ogni singolo ministro di questo governo si è impegnato a fondo, non abbiamo altri interessi oltre a quello di salvaguardare lo Stato" ha detto Diab nel suo discorso alla nazione. "Chiediamo un'indagine rapida che accerti le responsabilità e vogliamo un piano di salvataggio nazionale che veda la partecipazione dei libanesi. Ecco perché annuncio le dimissioni di questo governo. Possa Dio proteggere il Libano".
Manifestazioni di protesta sono in corso davanti al Parlamento. Decine di giovani con il volto coperto hanno iniziato a scagliare sassi contro la polizia in tenuta antisommossa. Gli agenti stanno rispondendo con il lancio di lacrimogeni.
Il ministero della Salute libanese ha intanto aggiornato a 160 il numero dei morti nelle devastanti esplosioni del 4 agosto, dopo che l'Esercito ha recuperato altri cinque corpi. Una fonte del ministero ha spiegato, inoltre, che i dispersi sono "meno di 20". Cifre che non coincidono con quelle fornite dal governatore di Beirut, che ai media locali ha parlato di 220 morti e un centinaio di dispersi.
E sono quasi quattromila gli edifici danneggiati dalla duplice esplosione, oltre 4.200 le auto devastate dalla deflagrazione. E' la stima resa nota dal colonnello Joseph Musallam, responsabile delle relazioni esterne dell'esercito libanese, all'emittente Mtv. ''Finora abbiamo verificato che ci sono 3.972 edifici danneggiati e 4.214 auto danneggiate'', ha dichiarato Musallam. ''Dal primo giorno dell'esplosione abbiamo iniziato a togliere macerie lontano dallo sguardo dei mezzi di informazione'', dimostrando ''impegno a fornire aiuto, oltre che a garantire la sicurezza''. Quello che le squadre dell'esercito stanno ora facendo, ha aggiunto, è ''cercare di preservare le proprietà''. In quest'ottica ha annunciato che ''sono stati arrestati ogni giorno diversi ladri e saccheggiatori''.
Intanto, gli aiuti di emergenza raccolti ieri durante una videoconferenza organizzata da Francia e Onu per il Libano ammontano a poco più di 250 milioni di euro, ha annunciato l'Eliseo. L'importo totale degli "aiuti d'urgenza impegnati o mobilitati a breve termine" è di 252,7 milioni di euro, di cui 30 milioni dalla Francia, ha affermato la presidenza francese.
La conferenza dei donatori ha chiesto in cambio che le autorità libanesi si impegnino a portare avanti le riforme invocate a gran voce dalla popolazione.