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MONDO

Lo scrive su Facebook il ministro degli Esteri

Libia, Di Maio: "L'Ue non può farcela senza l'Italia"

"Abbiamo pagato colpe che non avevamo. Il nostro Paese rientra tra i 5 che hanno accolto più migranti in Unione europea. Ci aspettiamo che le nostre richieste siano accolte", scrive il ministro degli Esteri. "Va superato Dublino e il principio di chi prima accoglie, poi gestisce; e poi ci sono i rimpatri volontari"

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"L'Italia è il Paese che ha più subito in Europa la crisi migratoria degli ultimi 10 anni, in particolare da quando nel 2011 qualcuno bombardò la Libia. Ed è per lo stesso motivo che continuiamo a dire che non esiste una soluzione militare alla crisi libica", scrive su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, dopo aver incontrato tra gli altri il vicepresidente della Commissione Ue Schinas. 

"Abbiamo pagato colpe che non avevamo ed oggi all'Ue abbiamo inviato un messaggio chiaro: senza l'Italia, l'Ue non può farcela, e per questo ci aspettiamo che le nostre richieste siano accolte. Oggi - prosegue - ho incontrato il vicepresidente Schinas e la commissaria agli Affari Interni e per le Migrazioni, Ylva Johansson, ai quali ho riportato un concetto molto semplice: l'Italia è il Paese che ha dato di più in questi anni ed è stata lasciata sola, ora tocca a qualcun altro. Anche perché il nostro Paese rientra tra i 5 che hanno accolto più migranti in Unione europea, ma le richieste di asilo sono più alte altrove, ad esempio in Francia, e ciò dimostra che gran parte delle persone che sbarcano sulle nostre coste non hanno intenzione di restarci, anzi vogliono poi andarsene nel Nord Europa".   

"Questo - secondo Di Maio - deve spingere l'Unione europea a intervenire con determinazione e in prima persona. E le richieste dell'Italia sono molto chiare: intanto va superato Dublino e il principio di chi prima accoglie, poi gestisce; poi ci sono i rimpatri volontari. L'Ue - ha proseguito - innanzitutto deve occuparsene ricorrendo a Frontex e lo deve fare elaborando una lista di Paesi sicuri dove rimpatriare, come abbiamo già fatto in Italia, al fine di velocizzare le operazioni. In questo senso, vanno pensati anche degli incentivi a livello Ue nei confronti di quei Paesi africani, e non solo, che si mostrano disposti a ricevere il rimpatrio. Incentivi commerciali o sulla politica dei visti".