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MONDO

La crisi

Libia, Di Maio: non esporteremo la democrazia con le bombe

Il ministro degli Esteri, Moavero, conferma il sostegno italiano ad Al Serraj e si dice pronto a riferire in Parlamento

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Per affrontare la crisi in Libia ''l'unica cosa che non vogliamo fare è quanto fatto nel 2011: esportare democrazia con bombe e giustificare interventi militari". lo ha detto il vice premier, Luigi Di Maio. "Se la Libia è in queste condizioni è perché in questi anni si sono usati quegli atteggiamenti e non solo da parte dell'Italia ma anche da chi è più ostile di noi in quella regione e sta causando non pochi danni'', ha aggiunto.

"Il prima possibile una conferenza di pace"
"L'unico modo per risolvere la questione libica - spiega - è convocare il prima possibile la conferenza di pace di cui noi stiamo parlando da mesi e che è stata anche oggetto di discussione tra Trump e Conte nella visita a Washington di fine luglio". L'obiettivo è molto chiaro: coinvolgere tutti, mettere al tavolo tutti, e tra questi anche i paesi del Mediterraneo che possono essere importanti nella stabilizzazione della Libia. Per stabilizzare la Libia dobbiamo coinvolgere la gran parte degli attori in campo e per farlo dobbiamo anche coinvolgere paesi come l'Egitto, la Russia, che ci possono dare una mano nella stabilizzazione di quella regione. Ed è chiaro che il ruolo da protagonista lo deve tenere l'Italia, con l'atteggiamento plurale, aperto a tutti, perché la Libia non è solo rappresentata da una parte, ma da tante parti che devono poter discutere e mettersi d'accordo". 

Moavero conferma sostegno ad Al Serraj
Confermata la solidarietà e il sostegno italiano al popolo libico e alle sue istituzioni in questa fase di grave difficoltà, funestata da scontri armati nella Capitale Tripoli: lo fa sapere il ministero della Farnesina, in una nota in cui si dà notizia dell'ulteriore colloquio telefonico del ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Enzo Moavero Milanesi, con il presidente del Consiglio Presidenziale libico, Fayez Al-Serraj, nel quadro delle iniziative dedicate a favorire il miglioramento della situazione in Libia. Moavero, si legge ancora, ha assicurato il costante impegno italiano a promuovere un'azione efficace e determinata della comunità internazionale a favore del dialogo e della riconciliazione per superare la crisi attuale e riprendere il cammino volto a porre la sicurezza e la stabilità della Libia su basi più solide. 

Il capo della Farnesina pronto a riferire in Parlamento
Il ministro degli Esteri ha poi confermato ai presidenti delle Commissioni parlamentari degli Affari Esteri di Camera e Senato di essere immediatamente a disposizione del Parlamento per riferire sull'insieme della situazione in Libia. Lo rende noto la Farnesina.

Media libici: scontri tra gruppo di Badi e la Abu Salim intorno all'aeroporto
Sulle "strade laterali della via dell'aeroporto" internazionale di Tripoli si combattono, "da una parte, la Brigata al-Somoud guidata da Salah Badi, alleato della 7/a" e, dall'altra, le "Forze di sicurezza centrale sezione Abu Salim, guidata da Abdul-Ghani Al-Kikli Gnewa, sostenute dalle Forze di dissuasione speciale di Abdel Rauf Kara" (la Rada): lo scrive il sito Alwasat citando "fonti della sicurezza". Il sito sottolinea che le due parti annunciano risultati contraddittori dei combattimenti. 

Sale a 50 il numero dei morti a Tripoli
Ed è salito ad almeno 50 morti e 138 feriti il bilancio delle vittime in una settimana di combattimenti nei sobborghi di Tripoli, iniziati lo scorso 27 agosto. Lo riferisce il ministero della Sanità libico citato dai media locali. Secondo la missione Onu, sono almeno 19 i civili uccisi, tra i quali donne e bambini.