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MONDO

Sequestrati nel luglio del 2015

Libia, Farnesina: forse uccisi due dei 4 italiani rapiti. "Usati come scudi umani"

Fausto Piano e Salvatore Failla, dipendenti della Bonatti, erano stati rapiti insieme ad altri due colleghi. Sarebbero stati uccisi durante una sparatoria nella regione di Sabrata. Testimoni: "Usati come scudi umani". Convocata riunione di emergenza al Copasir. Intanto la portaerei De Gaulle, diretta in Libia, ha passato il canale di Suez

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Salvatore Failla (a sinistra) e Fausto Piano
Fausto Piano e Salvatore Failla, due dei quattro dipendenti della Bonatti rapiti in Libia nel luglio del 2015, sarebbero stati uccisi durante una sparatoria nella regione di Sabrata. Lo riferisce la Farnesina. "Relativamente alla diffusione di alcune immagini di vittime di sparatoria nella regione di Sabrata in Libia, apparentemente riconducibili a occidentali e in assenza della disponibilità dei corpi - si legge in una nota del ministero degli Esteri - potrebbe trattarsi di due dei quattro italiani, dipendenti della società di costruzioni Bonatti, rapiti nel luglio 2015 e precisamente di Fausto Piano e Salvatore Failla". Al riguardo la Farnesina ha già informato i familiari. 

Minniti al Copasir: vivi gli altri due italiani rapiti
Gli altri due uomini rapiti in Libia sono vivi secondo quanto riferisce il sottosegretario con delega ai servizi, Marco Minniti, nella riunione del Copasir che si è tenuta questo pomeriggio a San Macuto dopo la notizia dei due tecnici italiani uccisi nel corso di un raid contro l'Isis in Libia. "E' una situazione molto delicata, dobbiamo rispettare un rigoroso silenzio: ci sono altre due persone oggetto di sequestro, vogliamo poterle riportare a casa senza altri episodi drammatici", ha aggiunto il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi, al termine dell'audizione di Minniti: "La priorità ora è salvare loro due". E sui cadaveri delle due vittime: "Ci auguriamo che i corpi di Fausto Piano e Salvatore Failla possano rientrare in Italia, e pensiamo di poterlo fare presto. Non sono in mano ai sequestratori". Quanto al loro riconoscimento "è altamente probabile sulla base delle tecniche fotografiche adottate". 

Forse vittime in scontri tra Isis e forze locali
Fausto Piano e Salvatore Failla potrebbero essere rimasti uccisi in uno scontro a fuoco a sud di Sabrata tra Isis e forze libiche. Ieri almeno otto jihadisti, la maggior parte dei quali di nazionalità tunisina, sono morti nei combattimenti. Un testimone libico, rientrato a Tunisi da Sabrata, intanto, riferisce all'Ansa che i due italiani "sono stati usati come scudi umani" dai jihadisti dell'Isis, e sarebbero morti "negli scontri" con le milizie di ieri a sud della citta', nei pressi di Surman.

Bonatti, ore di angoscia e nessuna dichiarazione
"E' spaventoso, lo abbiamo saputo da voi": cosi' al centralino della multinazionale con sede a Parma (6mila dipendenti in 16 Paesi, dal Messico al Nord Africa, dall'Arabia al Kazakhstan), dove si fa da filtro alle richieste di notizie e commenti sulla tragedia avvenuta in Libia. Nessuna dichiarazione ufficiale per ora dall'azienda, che potrebbe diramare una nota nel corso della giornata.

Rapiti nel luglio 2015 insieme ad altri due colleghi
I quattro italiani, due siciliani, un sardo e un ligure, tutti con esperienza all'estero, vennero rapiti nei pressi della "Mellitah Oil & Gas", 60 chilometri a ovest di Tripoli, quasi al confine con la Tunisia, il 19 luglio 2015, poco meno di otto mesi fa. Failla, 47enne, originario di Carlentini, in provincia di Siracusa, è un saldatore specializzato. Padre di due figlie di 22 e 12 anni, prima di spostarsi in Libia aveva lavorato in Tunisia. Piano, invece, è un meccanico di 60 anni di Capoterra (Cagliari). Sposato con Isa, tre figli, Giovanni, Stefano e Maura, prima di lavorare per la Bonatti di Parma gestiva una officina meccanica. In Libia è arrivato solo una settimana prima del rapimento.
Gli altri due ostaggi italiani sono Filippo Calcagno, 65enne di Piazza Armerina (Enna), già tecnico Eni, sposato e con due figlie, e Gino Pollicardo, originario di Monterosso, nelle Cinque Terre, in provincia di La Spezia. La pagina creata su Facebook "Per la libertà di Gino, Filippo, Salvo e Fausto" ha raggiunto i 3mila 'mi piace'.

La portaerei De Gaulle diretta in Libia ha passato il canale di Suez
Intanto "La portaerei francese De Gaulle è passata oggi per il Canale di Suez", fa sapere in comunicato l'Authority che gestisce la via d'acqua egiziana. Lunedì una "fonte militare francese" citata da un media arabo aveva segnalato che la portaerei punta "al largo del litorale libico" e imbarca "gruppi combattenti a disposizione dell'esercito francese per raccogliere informazioni sulla Libia per aria e mare".

Salvini: "Governo ha le mani sporche di sangue" 
Nel frattempo sul caso scoppia anche la polemica politica, con Salvini che lancia accuse. "Questo governo, ma soprattutto Renzi, ha le mani sporche di sangue, tanto in Libia quanto in Italia. Ha le mani sporche di sangue perchè tifa per i delinquenti e libera i delinquenti. Sull'immigrazione è complice del terrorismo internazionale", ha affermato il segretario della Lega, in conferenza stampa alla Camera. "O sono matti o sono complici, da Renzi a Mattarella - ha aggiunto - è vergognoso che il governo non si degni di riferire in Parlamento sulla Libia. La guerra non si fa per indiscrezioni sui giornali. Siamo veramente allucinati".