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MONDO

Operazione Ippocrate

Libia. Governo: 300 militari, ma solo per ospedale. M5s: Italia in guerra senza consenso Parlamento

Pinotti: pronti a realizzare la struttura a Misurata. Gentiloni: situazione instabile nella Mezzaluna petrolifera

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Operazione umanitaria condotta dall'Italia su richiesta libica il 26 giugno 2016 (archivio, Ansa)
"Noi siamo pronti". Così il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha risposto ai cronisti a proposito dei tempi di invio della missione medica e militare italiana in Libia. "Il parlamento sta decidendo di votare una risoluzione e lo consideriamo favorevolmente perché è un supporto a quello che il governo ha proposto. Appena questo verrà fatto noi siamo pronti a partire", ha aggiunto.

Il contingente militare italiano programmato per realizzare un ospedale militare da campo a Misurata, in Libia, "è pronto, ma non è ancora partito. Siamo pronti ad essere operativi subito, se il Parlamento ce lo chiede" ha detto Pinotti, nelle sue comunicazioni alle commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato.

Per le anticipazioni apparse sui media riguardo alla missione, ha sottolineato Pinotti, "i primi ad esser dispiaciuti siamo noi, noi siamo venuti a riferire in Parlamento alla prima data utile". E, ha aggiunto, replicando a critiche arrivate da esponenti delle opposizioni, "noi andremo lì per fare un ospedale, per dare la necessaria cornice di sicurezza in un luogo in cui le tensioni non sono sopite, non per ingaggiare una missione militare. Non andremo certo a fare altre cose, sarebbe un affronto al Parlamento".

Sui numeri del contingente, ha precisato Pinotti, "non è compito del ministro decidere, io mi fido delle forze armate che sanno programmare e la programmazione spetta al capo di Stato Maggiore della Difesa. Io do l'indirizzo, è lui che traduce in numeri".

L'operazione, chiamata 'Ippocrate', coinvolgerà 300 militari: 60 tra medici e infermieri, 135 per supporto logistico e 100 unità di 'forze protection'. Presente anche un aereo nell'eventualità di evacuazioni ed una nave al largo delle coste libiche. Lo ha detto il ministro della Difesa nelle sue comunicazioni.

La richiesta di una struttura ospedaliera per curare i feriti, ha ricordato Pinotti, "ci è stata formalizzata da Serraj con una lettera al premier Renzi l'8 agosto. Il 15 agosto c'è stata una prima ricognizione della Difesa a Misurata per verificare quanto necessario. Il 23 c'è stata un'altra ricognizione per valutare le questioni logistiche e quindi abbiamo inviato un Nucleo di collegamento presso il ministero della Difesa libico, in modo da attivare lì la necessaria interlocuzione per andare avanti col progetto".

La missione, ha proseguito il ministro, "è stata chiamata 'Ippocrate' per le sue evidenti finalità umanitarie. L'ospedale da campo, in grado di andare a regime nel giro di tre settimane, fornirà triage, pronto soccorso, visite ambulatoriali, trasfusioni di sangue e possibilità di ricovero per oltre 40 pazienti".

Gentiloni, non ci sono 'boots on the ground'
"In Libia non ci sono 'boots on the ground'", italiani. "Forse 'meds on the ground', dei medici con la necessaria protezione militare", perché la situazione "è delicata". Così il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni sull'invio di personale medico e militare italiani in Libia. "Stiamo mandando un ospedale non una portaerei".

M5s, Italia in guerra senza consenso del Parlamento
"Il passaggio odierno di Pinotti e Gentiloni davanti alle Commissioni riunite Difesa ed Affari Esteri si è dimostrato solo un'operazione di facciata per avallare decisioni già prese scavalcando il Parlamento. Ora a cose già fatte, il governo informa il Parlamento su un percorso assolutamente confuso e contrario al mandato ONU che auspicava la formazione di un governo di unità nazionale tra Tripoli e Tobruk". Lo affermano in una nota i senatori M5S delle Commissioni Esteri e Difesa.

"Appare evidente - continuano - che dietro la dicitura 'operazione umanitaria' si nasconde, in realtà, un intervento militare dell'Italia in Libia mai autorizzato dal Parlamento e più volte negato dallo stesso Renzi. Come fa questo governo a parlare di missione umanitaria quando ha venduto armi a Paesi canaglia e concesso basi aeree per i caccia americani che sganciano bombe?".

"Il governo - concludono - ha gestito l'intera faccenda nel più totale disprezzo del Parlamento, tornando oggi a calpestarlo nelle commissioni Esteri e Difesa del Senato: la risoluzione a favore dell'intervento è stata votata in assenza del governo, che evidentemente ha ritenuto superfluo inviare un suo esponente nel corso di una votazione tanto delicata. Oltretutto la maggioranza, con un colpo di mano, ha impedito la votazione della risoluzione a firma M5S, dichiarandola preclusa. Questo è il rispetto che questo governo ha del Parlamento".