MONDO
La crisi libica
Libia, Haftar: "Elezioni trasparenti o le farò annullare"
Il comandante generale dell'Esercito nazionale libico ha poi affermato che i capi delle milizie devono lasciare Tripoli: una "liberazione" con mezzi militari resta "un'opzione inevitabile"

Il generale Khalifa Haftar ha avvertito che se le elezioni in Libia non saranno "trasparenti" il suo esercito le farà naufragare. In alcune dichiarazioni fatte ieri e rilanciate oggi dal sito Alwasat, l'uomo forte della Cirenaica ha sostenuto di essere il primo a volere le elezioni ma, se si dimostrasse che non sono "trasparenti, l'esercito procederà a un'azione che le farà abortire".
Il comandante generale dell'Esercito nazionale libico ha poi affermato che i capi delle milizie a Tripoli devono lasciare la capitale e che una "liberazione" della città con mezzi militari resta "un'opzione inevitabile". "Ai capi delle milizie di Tripoli non resta che uscire. Noi non abbiamo altro da fare che aiutarli prossimamente, attraverso ambasciate, affinché vivano lontano dai libici", ha detto Haftar ai capi tribù a Bengasi come riporta il sito Alwasat.
Haftar, in un incontro con notabili e capi di trib a Bengasi, ha affermato il proprio sostegno alle elezioni e al riconoscimento dei loro risultati "nella misura in cui siano trasparenti". "A Parigi c'è stato un accordo politico con le parti rivali in Libia, ma tutti gli accordi politici sono vani" (o "non sono utili"), ha detto il generale sempre secondo quanto riporta Alwasat. "Noi rispettiamo l'accordo di Parigi", ha comunque aggiunto. Il riferimento, implicito, all'intesa raggiunta (ma non sottoscritta) nella capitale francese nel maggio scorso indicando la data del 10 dicembre per svolgere elezioni, scadenza troppo ravvicinata secondo l'Italia vista la precaria stabilità del paese.
"Siamo impegnati in un rischio calcolato, non siamo impegnati in un colpo di Stato contro il potere", ha detto ancora Haftar, capo di milizie dell'est con presenza anche all'ovest strutturate formalmente nell' "Esercito Nazionale Libico".
Il comandante generale dell'Esercito nazionale libico ha poi affermato che i capi delle milizie a Tripoli devono lasciare la capitale e che una "liberazione" della città con mezzi militari resta "un'opzione inevitabile". "Ai capi delle milizie di Tripoli non resta che uscire. Noi non abbiamo altro da fare che aiutarli prossimamente, attraverso ambasciate, affinché vivano lontano dai libici", ha detto Haftar ai capi tribù a Bengasi come riporta il sito Alwasat.
Haftar, in un incontro con notabili e capi di trib a Bengasi, ha affermato il proprio sostegno alle elezioni e al riconoscimento dei loro risultati "nella misura in cui siano trasparenti". "A Parigi c'è stato un accordo politico con le parti rivali in Libia, ma tutti gli accordi politici sono vani" (o "non sono utili"), ha detto il generale sempre secondo quanto riporta Alwasat. "Noi rispettiamo l'accordo di Parigi", ha comunque aggiunto. Il riferimento, implicito, all'intesa raggiunta (ma non sottoscritta) nella capitale francese nel maggio scorso indicando la data del 10 dicembre per svolgere elezioni, scadenza troppo ravvicinata secondo l'Italia vista la precaria stabilità del paese.
"Siamo impegnati in un rischio calcolato, non siamo impegnati in un colpo di Stato contro il potere", ha detto ancora Haftar, capo di milizie dell'est con presenza anche all'ovest strutturate formalmente nell' "Esercito Nazionale Libico".