Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Libia-Onu-per-una-soluzione-diplomatica-ma-islamisti-che-controllano-Tripoli-dicono-No-a-negoziati-e6137f8f-e6bb-410e-833e-628eb814e1fc.html | rainews/live/ | true
MONDO

Isis impone coprifuoco a Sirte

Libia, l'Onu per una soluzione diplomatica. Gli islamisti che controllano Tripoli: "No a negoziati"

Vertice a Washington tra il Rappresentante della politica estera Ue, il segretario dell'Onu, i presidenti Obama e al Sisi: ribadita strada diplomatica, no ad intervento militare. L'Italia si propone per un ruolo guida nella mediazione, Renzi: "Italia solida contro le minacce". Il governo ombra di Tripoli però frena: "No a dialogo sotto egida Onu". Dall'Isis nuove minacce a Roma 

Condividi
Roma
"Da tutti è arrivato un sostegno forte alla mediazione che sta conducendo l'inviato speciale del segretario generale dell'Onu, Bernardino Leon, per un governo di unità nazionale'' in Libia. Sono le parole dell'Alto rappresentante della politica estera dell'Ue, Federica Mogherini, lasciando la riunione a Washington con il segretario di Stato americano John Kerry, il segretario generale dell'Onu, Ban Ki Moon, e il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry. Strada diplomatica ribadita nel Consiglio di Sicurezza dell'Onu, una riunione fiume a New York dove non è passata la linea dura dell'Egitto che chiedeva un intervento militare nel paese. La priorità numero uno è quella di mettere insieme le varie fazioni che si confrontano in Libia in un contesto di unità nazionale contro le forze del terrore.

Ma dagli islamisti che controllano Tripoli e la regione occidentale della Libia arriva il no ad ogni ipotesi di nuovi negoziati di riconciliazione nazionale sotto egida del Palazzo di Vetro. Dopo i raid egiziani per il leader islamista Omar al Hasis - alla guida del governo ombra non riconosciuto che si contrappone al governo 'laico' di Abdullah al Thani riconosciuto invece dalla comunità internazionale- non si può "più proseguire con il dialogo nazionale sponsorizzato dall'Onu". Al Hasi ha anche accusato i gruppi di ex gheddafiani di essere dietro la nascita dello Stato islamico a Sirte.

Coprifuoco a Sirte
Intanto l'Isis ha imposto il coprifuoco a Sirte dopo aver occupato la sede dell'emittente radiofonica locale. Il gruppo jihadista ha preso ieri il pieno controllo della città, occupandone l'università e tutti gli edifici pubblici. Due giorni fa, inoltre, la cellula locale del gruppo di Abu Bakr al Baghdadi aveva pubblicato un video relativo a una parata dei miliziani nella città libica.

Migliaia di egiziani bloccati alla frontiera
Sono migliaia gli egiziani bloccati in territorio libico, al valico tunisino di Ras Jedir e non riescono a passare la frontiera per cercare di rientrare nel Paese d'origine. Lo riferiscono alcune radio locali della zona frontaliera tunisina, non spiegando comunque i motivi di questa situazione, che potrebbe essere determinata dall'elevato numero di persone che premono per passare il confine, dove i controlli sono stati intensificati, prolungando le procedure. Alcune centinaia di cittadini egiziani sono diretti verso l'aeroporto di Djerba Zarsis, da dove dovrebbe partire un ponte aereo per rimpatriarli.

Renzi: "Italia solida contro le minacce"
"L'Italia è un grande paese in grado di affrontare qualsiasi tipo di minaccia" così il premier Renzi a Virus parla del rischio terrorismo islamico e del ruolo e la strategia di Roma in merito alla situazione in Libia e ai rischi di attacchi da parte dell'Isis. "L'Italia è forte ed in condizione di reggere ma non intende avviare avventure belliche". Il problema va affrontato con "grande decisione" ma senza cedere all'isteria collettiva.
"Preoccupazione sì, sottovalutazione della situazione no ma non siamo assediati, non abbiamo quelli con i coltelli dietro le porte", tranquillizza il premier rimarcando che il problema, per certi versi, non viene dall'esterno ma dall'interno: non a caso - spiega- gli attentatori in Francia e a Copenaghen, sono nativi di quei luoghi. Oggi il ministro Gentiloni sarà a Parigi per una riunione dei ministri degli Esteri del gruppo Med.

Nuove minacce a Roma
Le parole del premier arrivano dopo le nuove minacce dell'Isis all'Italia. #We Are Coming to Rome, stiamo arrivando a Roma, l'hashtag su Twitter. La rivelazione è di Site. "L'Isis a Roma, con la volontà di Dio", si legge in un tweet in cui appaiono immagini che mostrano lunghi convogli di mezzi armati carichi di militanti col passamontagna e le bandiere dello Stato islamico.


Obama: "Non è guerra contro Islam"
Obama ha intanto rinnovato l'invito a rafforzare la coalizione mondiale che lotta contro l'estremismo. "Non è una guerra dell'Occidente contro l'Islam. Non è uno scontro tra civiltà. Questa è la grande menzogna dei terroristi che non parlano a nome di un miliardo di musulmani", ha detto in un intervento alla Casa Bianca. "Dobbiamo essere uniti nel combattere la piaga del terrore, la violenza inspiegabile su bambini, donne e minoranze religiose" che niente hanno a che fare con l'Islam e la religione, ha affermato il presidente americano, non esitando a definire "genocidio" ciò che stanno portando avanti gli estremisti, dall'Isis ad al Qaida
a Boko Haram.

Possibile scenario in caso di intervento
Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu e il vertice tra Ue, Obama e al Sisi hanno ribadito la strada diplomatica nella risoluzione del conflitto in Libia, escludendo un intervento militare. Ma ecco quale potrebbe essere la situazione se più avanti venisse invece scelta una linea più dura.