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MONDO

L'Ue: "Cessare immediatamente tutte le operazioni militari"

Libia, Salvini: qualcuno gioca alla guerra c'è chi ha interesse a destabilizzare area

Il ministro dell'Interno attacca la Francia. L'ex ministro Pd Minniti: "Il governo italiano si è mosso come un elefante in cristalleria. L'Italia è rimasta isolata". Onu: circa diecimila sfollati dopo gli scontri, piano di emergenza dell'Oms. Conte istituisce un Gabinetto di crisi fino a fine emergenza

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Vertice questo pomeriggio a Palazzo Chigi sulla Libia. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha riunito per oltre un'ora e mezza, insieme al sottosegretario Giancarlo Giorgetti, i ministri della Difesa e degli Esteri, Elisabetta Trenta e Enzo Moavero Milanesi, e i vertici dei Servizi italiani.

Istituito un gabinetto di crisi, è stato spiegato, con il fine di informare tutti i ministri competenti sull'evolversi della situazione nel paese libico. Una situazione che il capo dello Stato Sergio Mattarella segue con particolare attenzione, considerando le ricadute sul nostro Paese (dalla possibile esplosione del fenomeno migratorio a una pericolosa instabilità di una nazione mediterranea e prossima ai nostri confini) che la guerra fra le fazioni di Haftar e Al Sarraj potrebbe provocare.

Il Presidente del Consiglio, viene assicurato, segue da vicino e costantemente il dossier libico e continui sono i contatti dello staff diplomatico di Palazzo Chigi con gli Usa, la Francia e i principali attori internazionali. Conte ha sostenuto che il gabinetto di crisi sarà attivo fino a quando la crisi libica non sarà rientrata. La struttura, si apprende, sarà a disposizione di tutti i ministeri coinvolti in modo da consentire una gestione coordinata del dossier. Nella giornata di oggi il presidente Conte, viene infine fatto sapere, ha avuto anche un colloquio telefonico sul tema con la Cancelliera tedesca Angela Merkel.

Mogherini: civili in pericolo
"L'attacco militare lanciato dall'LNA a Tripoli e la conseguente escalation all'interno e intorno alla capitale stanno mettendo in pericolo i civili, compresi i migranti e i rifugiati, e sconvolgendo il processo politico guidato dall'ONU, con il rischio di gravi conseguenze per la Libia e per l'intera regione, compresa la minaccia terroristica". Lo ha dichiarato il capo della politica estera dell'Ue, Federica Mogherini.   

"L'Unione europea e i suoi Stati membri invitano tutte le parti a cessare immediatamente tutte le operazioni militari. Lna e tutte le forze che si sono trasferite a Tripoli o nelle sue vicinanze devono ritirarsi e le tregue umanitarie richieste dall'ONU devono essere ascoltate. L'Unione europea ricorda alle parti in questo scontro che devono rispettare il diritto internazionale, compreso il diritto umanitario internazionale, e che coloro che lo violano saranno ritenuti responsabili".

"L'Unione europea e i suoi Stati membri chiedono ai loro partner internazionali e regionali di esercitare la loro influenza e di inviare alle parti interessate il messaggio inequivocabile che non esiste una soluzione militare alla crisi, ma solo politica. Chiedono la cessazione della retorica incendiaria".    "Esprimono la loro preoccupazione per il coinvolgimento di elementi terroristici e criminali nei combattimenti, comprese le persone elencate dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Chiedono ai partiti libici di dissociarsi da questi elementi, sia pubblicamente che sul campo".

"Esortano vivamente tutte le parti a riprendere senza indugio il dialogo politico e a continuare ad impegnarsi nel processo guidato dall'ONU per una soluzione politica inclusiva. Continueranno a sostenere gli sforzi del rappresentante speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite Ghassan Salamé".

Si intensificano i combattimenti alla periferia sud di Tripoli
Violenti combattimenti tra le forze del governo libico di unità nazionale (Gna) e gli uomini di Khalifa Haftar alla periferia sud di Tripoli, dove gli scontri hanno già provocato decine di morti e migliaia di sfollati. L'autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna) guidato da Haftar, uomo forte dell'est della Libia, porta avanti dal 4 aprile un'offensiva mirata a prendere il controllo di Tripoli, sede del Gna. Giovedì l'Unione europea e gli Stati membri hanno approvato una dichiarazione che chiede il "ritiro" dalla capitale libica dell'Lna e delle altre forze giunte da altre regioni per combattere. Nonostante questo appello, però, venerdì i combattimenti si sono intensificati su più fronti nella zona sud di Tripoli, in particolare ad Ain Zara, Wadi Rabi e al-Swani.

Alcuni giornalisti di AFP presenti dietro la linea del fronte dal lato delle forze pro Gna sono stati testimoni di un raid aereo a Wadi Rabi; altri testimoni hanno riferito di un altro raid aereo a Tajoura, nella periferia est della capitale, che avrebbe preso di mira un'accademia militare. Un altro raid ancora è stato condotto invece contro una caserma "vuota e inutilizzata" a sud di Zuara, vicino alla frontiera con la Tunisia, un centinaio di chilometri a ovest di Tripoli, senza provocare vittime, secondo quanto riferisce una fonte della sicurezza sul posto, che ha attribuito l'attacco alle forze di Haftar.

Cortei a Tripoli contro Haftar e la Francia
Tripoli grida la sua rabbia contro il "traditore" Khalifa Haftar e la Francia, accusata di sostenere l'offensiva del maresciallo contro la capitale libica. In centinaia, migliaia secondo gli organizzatori, hanno gremito oggi piazza dei Martiri, scandendo slogan contro Haftar e innalzando cartelli contro Parigi: "Giù le mani dalle Libia", "La Francia sostiene Haftar", ha constatato l'Ansa sul posto. Poi l'appello a Bengasi: "Vi abbiamo liberato da Gheddafi, ora tocca a voi".



Salvini: "Qualcuno sta giocando alla guerra"
"Io personalmente con altri colleghi stiamo cercando di puntare alla pace e al dialogo parlando con tutti. Qualcuno temo, per interessi economici e per egoismi nazionali, stia giocando alla guerra che è un gioco molto molto pericoloso". Così il vicepremier Matteo Salvini, al Giornale Radio Rai (Radio1) ai microfoni di Francesca Cecchini. Alla domanda: "Si riferisce alla Francia?" il Ministro dell'interno ha risposto: "Mi sembra evidente che chi ha interesse a destabilizzare l'area e l'ha già fatto negli anni passati per interessi economici e non per i diritti umani sia chiaramente oltreconfine".

"Abbiamo tanti rapporti positivi con tanti paesi amici però dal punto di vista dell'immigrazione, dell'antiterrorismo della collaborazione, non possiamo essere solo noi a subire i danni per eventuali errori altrui. Sono pronto a fare tutto il possibile per difendere i confini con in ogni maniera legalmente permessa", ha poi sottolineato il vicepremier leghista.




Nell'intervista si è parlato anche di immigrazione tema strettamente correlato alla crisi libica: "Abbiamo tanti rapporti positivi con tanti paesi amici però dal punto di vista dell'immigrazione, dell'antiterrorismo della collaborazione, non possiamo essere solo noi a subire i danni per eventuali errori altrui. Sono pronto a fare tutto il possibile per difendere i confini con in ogni maniera legalmente permessa". Un commento infine sulla situazione politica italiana: "Se tutti mantengono i patti non cambia nulla. E chiaro che la Lega amministra bene tante regioni e comuni se i 5 stelle continueranno a mantenere la parola il problema non si pone. Lo vedremo nei prossimi mesi". 

Conte: con la Francia tensioni finite siamo cugini
"Il momento delle tensioni franco-italiane è finito". Così il premier Giuseppe Conte in un'intervista al quotidiano francese Les Echos. "Non possiamo rimettere in discussione il rapporto così stretto che unisce i nostri due Paesi", dice. "Siamo cugini e anche tra cugini i rapporti non sono sempre facili, ma ho sempre saputo che" i problemi recenti tra Francia e Italia "potevano soltanto essere un momento di incomprensione che avremmo potuto facilmente superare", aggiunge.

Minniti: Italia isolata, errore clamoroso del governo
"Il governo italiano si è mosso come un elefante in cristalleria". Marco Minniti, ex ministro dell'Interno affronta il tema della crisi libica con toni duri nei confronti dell'esecutivo gialloverde. "Si è mosso qualcosa di molto profondo in Libia, e noi non ce ne siamo neppure accorti", dice riferendosi all'offensiva del generale Haftar, ospite di Circo Massimo, su Radio Capital. "Secondo me il governo italiano ha fatto un errore clamoroso nel portare la questione dell'immigrazione come elemento di rottura in Europa. Così sono aumentate le diffidenze e l'Italia è rimasta isolata". E, a proposito del ruolo giocato dalla Francia, aggiunge: "Se ognuno difende e tutela in maniera brutale i propri interessi nazionali, ci sono altri che li tutelano in maniera altrettanto brutale". Ricordando anche l'incontro con tra Di Maio e gilet gialli francesi, che certo non ha aiutato nei rapporti con Parigi.

Tajani: obiettivi diversi Italia e Francia, serve azione Ue
"La situazione in Libia è molto preoccupante" e "rischia di far incrementare le fughe dal Paese e di far incrementare l'immigrazione clandestina. Serve un'azione unita dell'Europa". Lo ha detto Antonio Tajani, presidente del Parlamento Europeo. "Purtroppo - ha argomentato - l'Italia e la Francia perseguono obiettivi diversi, l'Italia non riesce a svolgere un ruolo, bisogna cambiare, arrivare immediatamente a una tregua se si vuole stabilizzare la Libia che è un elemento chiave per la stabilità dell'intera area del Mediterraneo e per risolvere la questione dell'immigrazione".  Tajani si è detto "molto preoccupato anche per i tanti bambini che combattono. Ieri ho incontrato l'inviato speciale dell'Onu per la tutela dei bambini che sono in guerra - ha spiegato - perché questo è uno degli aspetti più preoccupanti".

Trenta: Nato e Ue si assumano maggiore responsabilità
"Oggi più che mai, auspichiamo una maggiore assunzione di responsabilità di tutti i Paesi della Nato e dell'Unione Europea non solo nell'approfondimento del 'dossier Libia', ma nei confronti di tutte le tematiche afferenti la stabilità e la sicurezza nell'area mediterranea". Lo ha detto il ministro della Difesa Elisabetta Trenta intervenuta al convegno "La Difesa collettiva: le Forze Armate al servizio del cittadino". 

Meloni: Italia doveva muoversi prima e molto meglio
"Sulla Libia temo che l'Italia sia rimasta un po' indietro e che abbia consentito alla Francia le sue scorribande, a dispetto della comunità internazionale. Credo che l'Italia avrebbe dovuto muoversi molto prima e molto meglio". Lo ha detto in un'intervista a Radio Rai 1 il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, sull'informativa del premier Conte alla Camera sulla Libia.

Onu, circa diecimila sfollati dopo gli scontri
Almeno 9.500 persone sono state costrette a fuggire dalle proprie case dall'inizio del conflitto armato a Tripoli e dintorni. Lo scrive l'Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari (Ocha) in un "aggiornamento flash" sulla situazione nei dintorni della capitale, precisando che 3.500 sono gli sfollati solo nelle ultime 24 ore.    "La comunità umanitaria rimane gravemente preoccupata per la sicurezza e la sicurezza dei civili bloccati nelle aree colpite dal conflitto alla periferia di Tripoli", si legge nella nota, nella quale si segnala che "le richiesta di evacuazione in zone più sicure a Tripoli di almeno 3.250 persone non hanno potuto ricevere risposta. Ciò significa che 9 famiglie su 10 che hanno chiesto di essere evacuate non possono essere raggiunte".  La comunità internazionale continua a chiedere una tregua umanitaria temporanea per consentire la fornitura di servizi di emergenza e il passaggio volontario di civili, compresi quelli feriti, da aree di conflitto.

Oms, piano di emergenza per gli sfollati
L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato di aver previsto un piano di emergenza nel caso di decine o centinaia di migliaia di persone dovessero essere sfollate a causa delle violenze in corso in Libia. L'Oms ha dichiarato che le strutture sanitarie a Tripoli hanno a disposizione due settimane di forniture e ha evidenziato il rischio da possibili epidemie di tubercolosi e morbillo a causa del dislocamento della popolazione, la carenza di acqua e delle condizioni sanitarie.

Francia: mai avvisati di offensiva di Haftar a Tripoli
"Come i nostri partner, parliamo con tutte le parti del conflitto in Libia, al fine di ottenere un cessate il fuoco. Non siamo mai stati avvisati di un'offensiva su Tripoli, che abbiamo condannato sin dal suo inizio". Un portavoce del ministero degli Esteri francese risponde così alla domanda sulle indiscrezioni di repubblica secondo cui emissari di Khalifa Haftar sarebbero stati ricevuti il 4 aprile scorso a Parigi, poco prima dell'inizio dell'offensiva su Tripoli.