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MONDO

Parigi: nessun piano segreto, sostegno a Sarraj

Libia: Al Serraj riprende controllo dell'aeroporto di Tripoli, militari di Haftar in ritirata

Secondo media locali le forze fedeli al consiglio presidenziale controllano anche le zone di al-Aziziyah, sempre a sud di Tripoli, e di al-Hira, vicino a Gharian. Raid aereo su Mitiga, l'unico scalo aereo della capitale ancora aperto. Il segretario di Stato americano, Pompeo, ha chiesto ad Haftar di "fermare immediatamente" l'offensiva 

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I combattenti del governo di accordo nazionale, guidato dal premier Fayez al-Serraj, hanno ripreso il controllo dall'aeroporto Mitiga di Tripoli. Lo riferisce il corrispondente di Al Jazeera, secondo cui le forze del maresciallo della Cirenaica, Khalifa Haftar, si sono ritirate. Anche il portale d'informazione 'Libya Observer' riporta che l'aeroporto internazionale e le aree circostanti sono nelle mani del  governo di Tripoli, che ieri ha annunciato una controffensiva avviando l'operazione 'Vulcano di Rabbia'. Lo stesso sito spiega che le forze fedeli al consiglio presidenziale controllano anche le zone di al-Aziziyah, sempre a sud di Tripoli, e di al-Hira, vicino a Gharian. 

Evacuato e chiuso aeroporto dopo raid
Un aereo ha bombardato oggi l'aeroporto di Mitiga, nell'est di Tripoli, l'unico scalo ancora funzionante nella capitale libica. Lo riferiscono testimoni citati da media internazionali, che non forniscono ulteriori informazioni. L'aeroporto, finora l'unico nella capitale ancora funzionante, è stato evacuato e chiuso dopo il raid. Lo riferiscono fonti dell'aeroporto citate dai media internazionali. Il bombardamento, compiuto da due aerei partiti dalla base di Al Watyah, nell'Ovest del Paese secondo quanto riferito da Al Jazeera, avrebbe preso di mira le piste ma non avrebbe provocato vittime. 

L'ambasciatore Buccino incontra Serraj a Tripoli
L'ambasciatore d'Italia a Tripoli, Giuseppe Buccino, ha incontrato il premier Fayez al-Serraj alla sede del Consiglio presidenziale nella capitale libica per un colloquio che "ha riguardato gli ultimi sviluppi della situazione politica e di sicurezza in Libia". Lo riferisce un post pubblicato sulla pagina Facebook dell'Ufficio stampa del Capo del Consiglio presidenziale del Governo di accordo nazionale. 

Usa, Pompeo chiede ad Haftar 'immediata fine' offensiva
Il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha chiesto al generale libico Khalifa Haftar di "fermare immediatamente" l'offensiva contro Tripoli,aggiungendo che "non c'è una soluzione militare al conflitto in Libia". "Abbiamo chiarito che ci opponiamo all'offensiva militare delle forze di Khalifa Haftar e chiediamo uno stop immediato a queste operazioni militari contro la capitale libica", ha sottolineato Pompeo.

Tutte le parti coinvolte hanno la responsabilità di ridurre urgentemente la tensione, come hanno enfatizzato il consiglio di sicurezza e i ministri del G7 il 5 aprile. Questa campagna unilaterale contro Tripoli sta mettendo in pericolo i civili e minando le prospettive di un futuro migliore per tutti i libici", ha aggiunto. Gli Usa, ha ribadito, "continuano a fare pressione sui leader libici, insieme ai nostri partner tradizionali, per tornare ai negoziati politici mediati dal rappresentante speciale Onu Ghassan Salame. Una soluzione politica è l'unica via per unificare il paese e fornire un piano per la sicurezza, la stabilità e la prosperità per tutti i libici".

Onu continua a operare a Tripoli
La missione Onu in Libia (Unsmil) "continua a lavorare da Tripoli" e oggi l'inviato speciale, Ghassan Salamé, ha incontrato il premier del governo di accordo nazionale, Fayez al Serraj, nel suo ufficio di Tripoli per discutere "quale assistenza fornire in questo momento critico e difficile", a fronte dell'avanzata delle forze del generale Khalifa Haftar sulla capitale libica. Salamè ha incontrato anche alcuni  membri della Corte Suprema. Lo riporta l'account Twitter di Unsmil.

Macron telefona ad al Serraj
Il premier libico Fayez al Serraj ha ricevuto una telefonata dal presidente francese Emmanuel Macron sugli ultimi sviluppi in Libia. Lo rende noto il Consiglio presidenziale libico su Facebook, riferendo che Macron ha condannato "totalmente l'attacco alla capitale e la minaccia alla vita dei civili, giudicando necessario porre fine all'aggressione". Nel colloquio Sarraj ha ribadito che il generale "Haftar ha un'unica opzione: fermare subito le operazioni militari, ritirarsi e tornare da dove è venuto".

La Francia non era in alcun modo al corrente delle intenzioni del generale libico Khalifa Haftar di marciare verso Tripoli e assicura di non avere in merito nessun "piano segreto": è quanto dichiara una fonte diplomatica francese, ribadendo il sostegno di Parigi al governo legittimo di Fayez al Serraj.

Serraj: "Francia invia consiglieri militari a Gharyan"
I media legati a Fayez al Serraj continuano ad accusare Parigi di sostenere il generale Khalifa Haftar. La Francia, ha twittato il Libya Observer riportando l'informazione dal canale televisivo Ahrar, "ha inviato esperti militari a Gharyan, con l'incarico di coordinare l'assalto a Tripoli". Gharyan, a 100 km dalla capitale libica, è stata la prima tappa importante della marcia su Tripoli avviata dall'uomo forte della Cirenaica. Ieri era emersa la notizia della convocazione dell'ambasciatrice francese in Libia da parte del premier del Governo di accordo nazionale.

Maitig: noi siamo il governo legittimo
Oggi in un'intervista a La Stampa  Ahmed Omar Maitig, vicepresidente del Consiglio presidenziale del Governo di accordo nazionale libico (Gna), nonché esponente di spicco di Misurata, protagonista della componente militare più attiva nella controffensiva nei confronti del generale Khalifa Haftar, ha lanciato un avvertimento ha tradito il popolo libico e se non si fermerà le forze di Tripoli annienteranno ogni minaccia militare proveniente dalle sue forze armate. "Noi siamo il governo legittimo della Libia. Questo è un colpo di Stato non c'è altro modo per definirlo. Lui vuole prendere il controllo della Libia e vuole essere a capo di un suo governo militare, vuole instaurare una giunta, una vera e propria dittatura. Noi siamo per la democrazia e per le elezioni", precisa Maitig.
 
 "C'è stata una dura escalation di violenze da parte delle forze di Haftar giunte a ridosso di Tripoli, proprio quando avevamo avuto un'infinità di raccomandazioni da parte della comunità internazionale sul fatto che il generale non si sarebbe avvicinato alla capitale e ai suoi tre milioni di abitanti, o che non avrebbe nemmeno messo piede nell'ovest della Libia. Stavamo per raggiungere un buon accordo sulle elezioni", sottolinea Maitig. "Pertanto siamo stati colti di sorpresa, lui ha tradito la nostra fiducia e quella della nostra gente. Haftar ha tradito il popolo libico".

Governo: decine di morti da inizio offensiva
Almeno 35 morti e 50 feriti, questo il bilancio parziale dell'offensiva lanciata dall'esercito del generale Khalifa Haftar su Tripoli. Lo ha reso noto il ministro della Sanità del governo di accordo nazionale, Ahmed Omar, in una dichiarazione alla tv libica 'Libya Al-Ahrar' sottolineando come la maggior parte delle vittime siano civili, anche se non ne ha precisato il numero. Sono 14, invece, le vittime annunciate finora dall'esercito di Haftar. 

Migliaia di civili in fuga
Negli ultimi quattro giorni, circa 3000 persone sono fuggite a causa dei combattimenti in corso a sud di Tripoli. Lo ha reso noto oggi l'Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani. In molti restano intrappolati, ha denunciato l'agenzia dell'Onu, mentre l'escalation militare potrebbe costringere tanti altri alla fuga. "L'escalation di violenza a Tripoli e nei dintorni ha causato lo sfollamento di oltre 2.800 persone in fuga dai combattimenti, ha bloccato i servizi di emergenza e danneggiato le linee elettriche. Le violenze stanno accrescendo ulteriormente la miseria dei rifugiati e dei migranti detenuti arbitrariamente in centri di detenzione", ha detto Maria Ribeiro il coordinatore umanitario delle Nazioni Unite in Libia.

Si dimette  Al-Qatrani, vicepresidente del governo
Il vice presidente del Consiglio presidenziale del governo di accordo nazionale, Ali Al-Qatrani, ha annunciato le sue dimissioni e ha espresso il suo sostegno all'operazione dell'Esercito nazionale libico (Lna) a Tripoli. Lo rende noto il Asharq Al-Awsat riportando dichiarazioni dello stesso Qatrani. Qatrani ha detto che Fayez al-Serraj è "controllato" dalle milizie e tale azione "condurrà la Libia solo verso ulteriori sofferenze e divisioni". "Attraverso l'incoraggiamento di queste milizie, ha violato l'accordo politico sulla Libia abusando dei privilegi concessi a lui come capo del Consiglio presidenziale", sottolinea Qatrani che saluta la marcia della Lna su Tripoli con lo scopo di liberarla dalle bande terroristiche e criminali.

Italia: nessun ritiro da Misurata
Nessun ritiro italiano dalla base di Misurata, in Libia. Lo confermano fonti qualificate alle agenzie smentendo le notizie circolate sui social media riguardo a un rimpatrio dei soldati dispiegati nella città libica per via aerea.

Mogherini: evitare escalation, Ue sollecita tregua umanitaria
La situazione in Libia "è sempre più preoccupante", ora le priorità sono "attuare gli strumenti umanitari" ma soprattutto "evitare ogni ulteriore escalation militare e tornare sulla strada del dialogo politico". Così l'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini al suo arrivo al Consiglio Ue affari esteri a Lussemburgo, aggiungendo di aver parlato questa mattina con il rappresentante speciale dell'Onu Ghassam Salamé. La Libia, ha aggiunto, anche se non era formalmente in agenda, sarà trattata dai ministri dei 28 durante la riunione. "I Paesi dell'Ue sono uniti nel sollecitare le parti in Libia ad una tregua umanitaria come raccomandato dall'Onu; a evitare qualsiasi ulteriore escalation militare e a tornare al tavolo del negoziato", ha poi precisato Mogherini. "Seguo gli aggiornamenti attimo per attimo", ma le notizie che arrivano dal terreno "non vanno nella giusta direzione", ha aggiunto. 

L'Alto rappresentante dell' Ue ha poi rivolto un appello "molto forte" ai leader libici, "ed in particolare ad Haftar a fermare le attività militari in questo momento e tornare al tavolo negoziale sotto gli auspici dell'Onu".

Tajani: Ue intervenga subito o situazione ingovernabile
"L'Europa deve intervenire subito unita in Libia per evitare nuove crisi migratorie di cui l'Italia pagherebbe un prezzo altissimo. Se non si interviene ora, la situazione diventerà  ingovernabile". Lo scrive su Twitter il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani.

Salvini: situazione preoccupante
"Sto seguendo la situazione ed è preoccupante": lo ha detto il ministro dell'Interno Matteo Salvini durante una conferenza stampa in vista delle elezioni europee, rispondendo a una domanda sui migranti e sulle politiche di Bruxelles.

Zingaretti: inconsistente azione dell'Italia
Ha espresso forte preoccupazione per le vicende della Libia il segretario Pd Nicola Zingaretti che giudica "inconsistente" la posizione dell'Italia in merito. "Viene sottovalutato il pericolo" ha detto Zingaretti entrando al Vinitaly dove ha iniziato un giro a tappe negli stand e padiglioni, a partire da quello della Regione Lazio.