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MONDO

Libia. Sirte, ammainate le ultime bandiere nere dell'Isis

Chiuse tutte le vie di fuga. Decisivi i raid aerei americani. Le milizie fedeli al governo di Sarraj festeggiano nelle strade liberate

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l'Isis a Sirte è "al collasso", "accerchiato" e "non può più fuggire né per mare né per terra, tutte le vie di fuga sono chiuse". la battaglia finale per la conquista della città è oramai nella fase finale, hanno confermato le milizie.
 
Sui muri dell'ormai ex roccaforte dei jihadisti devastata restano le inquietanti scritte del passato: "questo è il porto marittimo dello stato islamico, il punto di partenza verso Roma... con il permesso di Dio". Un messaggio sinistro impresso in nero a caratteri cubitali su un muro per intimidire ed invogliare a nuove azioni terroristiche. Lo hanno fotografato i miliziani che procedono nell'avanzata eliminando da strade e palazzi le bombe trappola.
 
Sui cieli i bombardamenti americani non hanno concesso tregua: ieri sono stati cinque, 41 dal primo agosto. Ma l'inviato Onu Martin Kobler ha messo in guardia: "i raid aerei Usa non possono sconfiggere l'Isis. la lotta deve essere
condotta dai libici e realizzata con truppe di terra", ha avvertito, invitando tutti i gruppi del paese a sostenere Sarraj.
 
Le testimonianze della battaglia sono immortalate nelle foto dei soldati di Tripoli e Misurata. Ritraggono palazzi distrutti, alcuni pick-up, tank e soldati che marciano equipaggiati con fucili ed in tuta mimetica o mentre festeggiano le aree
riconquistate, come la zona del centro Ouagadougou, l'ex quartier generale dell'Isis, ormai distrutto.
 
 "Le forze al Bonyan al Marsous proseguono nell'accerchiamento dei quartieri 1, 2 e 3 - ha annunciato il generale Mohamed al Ghasri, portavoce delle milizie - e i guardia coste sono dispiegati sul litorale". oramai "Daesh si è ridotto sensibilmente ed è al collasso, non può più fuggire".
 
Per oltre un anno l'Isis ha dettato legge a Sirte, imponendo divieti, giustiziando barbaramente i trasgressori in base alla legge islamica, con un'interpretazione della sharia che però è respinta dalla stragrande maggioranza del mondo musulmano.
 
La gran parte dei civili ha già lasciato la città e le infrastrutture sono in stato di totale abbandono. Esperti si chiedono quale sarà il futuro di Sirte - una volta cacciati definitivamente i jihadisti - e non escludono che possa riaprirsi una seconda battaglia politica, per il suo controllo.
 
Le divisioni fra le autorità del paese non aiutano. Tobruk - che sostiene il generale Khalifa Haftar - non ha ancora conferito la fiducia al consiglio presidenziale di Tripoli, la cui "popolarità' - ha ammesso oggi Kobler al giornale 'Neue Zercher Zeitung' - si sta sgretolando per le difficoltà crescenti, a partire dai continui blackout e dalla svalutazione della moneta locale che penalizza le importazioni delle materie prime".
 
In questo contesto preoccupano anche le milizie islamiste legate ad al Qaida.  A Derna l'esercito libico si scontra quasi quotidianamente con il Consiglio della shura dei mujaheddin, una coalizione di islamisti vicini alla rete del terrore e che in passato hanno combattuto l'Isis.
 
In undici giorni gli Stati Uniti hanno compiuto un totale di 41 raid aerei a Sirte, roccaforte dello Stato islamico in Libia: una media di 3,7 bombardamenti al giorno dal primo all'11 agosto. E' quanto emerge dall'ultimo aggiornamento dell'operazione "Odyssey Lightning" pubblicato dal comando militare Usa per l'Africa (Africom).