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MONDO

Vertice a Vienna

Libia, Kerry: cercheremo di revocare embargo armi

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"Appoggeremo il consiglio di presidenza e cercheremo di revocare l'embargo e fornire gli strumenti necessari per contrattaccare Daesh". Lo ha detto il segretario di Stato Usa John Kerry dalla conferenza ministeriale sulla Libia a Vienna. "L'imperativo è l'appoggio unanime al governo di unità libico per aiutare il Paese ad affrontare la crisi economica e aiutare la popolazione", ha aggiunto Kerry, in conferenza stampa a Vienna dopo la conferenza presieduta insieme al ministro italiano degli Esteri, Paolo Gentiloni.

"La stabilizzazione della Libia è la chiave per combattere il terrorismo. Senza si rischia un conflitto interno, anche armato", ha affermato Gentiloni. "Cercheremo di rafforzare l'accordo politico, per combattere contro l'Isis, incluso il generale Haftar, ma serve il riconoscimento pieno" del governo di unità nazionale. "Siamo pronti ad addestrare ed equipaggiare le forze militari libiche come ci chiede il governo Sarraj", ha aggiunto il titolare della Farnesina.

Gentiloni: soldati Italia solo per ambasciata
L'Italia, al pari degli altri Paesi europei presenti a Vienna ha declinato l'invito del governo di Fayez al Sarraj per la protezione degli uffici della missione Onu a Tripoli, per la quale "serve una forza multinazionale", ha poi detto Gentiloni a Vienna. Per Roma, è prioritaria la difesa della sede diplomatica italiana nella capitale libica, la cui riapertura è prevista nei prossimi mesi.

"Unificare comando forze contro Isis"
"La sicurezza è un punto chiave del futuro della Libia. Riconosciamo la necessità di rafforzare gli sforzi di coordinamento tra le forze militari e di sicurezza libiche e le invitiamo a creare rapidamente un comando unificato per coordinare la lotta a Daesh". Lo si legge nel documento finale della Conferenza sulla Libia di Vienna. "Garantire la sicurezza e difendere il Paese dal terrorismo deve essere il compito di forze nazionali unificate e rafforzate. I libici devono combatterlo con unità", prosegue il testo.

Sarraj: non vogliamo truppe occidentali
"Niente boots on the ground''. Non vuole truppe di terra occidentali contro l'Isis il nuovo premier libico Fayez al-Sarraj che in un intervento sul Daily Telegraph chiede invece, alla vigilia del vertice, alla comunità internazionale di addestrare le truppe di Tripoli e di porre fine all'embargo sulle armi per il Paese nordafricano. E ancora precisa: ''I terroristi saranno sconfitti dalle nostre forze armate e non da milizie rivali''.

Pinotti: Italia mai previsto partenze di nessuno
"Non è mai stata prevista la partenza di nessuno. Non c'è alcuna decisione diversa da quelle che avevamo assunto". Così il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ha risposto sulla strategia italiana per la Libia, al termine di un intervento all'Ispi di Milano.