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MONDO

Il caso

Libia, l'ambasciatore di Tobruk smentisce: "Non credo che le navi fossero italiane"

Secondo il diplomatico l'aeronautica militare non ha gli strumenti necessari per identificare in maniera precisa la nazionalità delle unità navali.  Secondo Dabbashi la notizia è stata diffusa da qualcuno - presumibilmente mondo militare - che vuole "trarre beneficio da posizioni nazionaliste"

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Ibrahim Dabbashi, ambasciatore Libia all'Onu
Roma
"Prima di muovere l'accusa che tre navi da guerra italiane siano entrate nelle acque libiche servono conferme, per ora non ho nessun riscontro" ha detto Ibrahim Dabbashi, rappresentante permanente della Libia all'Onu. "Nel caso fosse vero sarebbe molto serio", ha aggiunto il delegato del governo di Tobruk, precisato di "non credere" che le unità navali fossero italiane.

Ieri la notizia era stata subito smentita dalla diplomazia italiana che l'ha definita assolutamente falsa. "Tutte le navi militari italiane presenti nel Mediterraneo operano in acque internazionali rispettando i limiti stabiliti dai trattati" si legge nel comunicato. 

Secondo Dabbashi "l'aeronautica militare non ha gli strumenti necessari per identificare in maniera precisa la nazionalità delle unità navali che hanno sconfinato nelle acque libiche". A suo parere, il governo libico "non ha istituzioni solide, spesso alcuni esponenti agiscono sulla base di indiscrezioni dei media, che a volte si rivelano non esatte".

Il delegato di Tobruk non pensa ci sia qualcuno che vuole "remare contro i rapporti tra Italia e Libia", ma piuttosto qualcuno che voglia "trarre beneficio da posizioni nazionaliste" invece che favorire i rapporti tra Libia e comunità internazionale. "Non credo sia qualcuno del Parlamento, ma qualcuno che fa parte dell'ambiente militare", ha detto, sottolineando che l'accusa alle navi italiane si basa su informazioni raccolte dall'aeronautica militare libica.