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MONDO

Ripresa dei negoziati

Libia: l'Onu lavora a un governo di unità. Oggi si decide sulla proroga della missione

Il Consiglio di sicurezza dell'Onu voterà una proroga del mandato dell'inviato in Libia Leon. A suo dire, l'intesa tra Tripoli e Tobruk sarebbe vicina

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Il Consiglio di Sicurezza si prepara ad adottare oggi una risoluzione "tecnica" che proroga di meno di un mese, fino al 31 marzo, la missione Onu in Libia (UNSMIL) il cui mandato scade il 13 marzo.

Base del rinnovo all'esame dei 15 è il rapporto del Segretario Generale Ban Ki moon che, nelle sue raccomandazioni, pone l'enfasi sulla mediazione, l'appoggio a istituzioni chiave come la commissione elettorale, la banca centrale e la assemblea costituente, la fornitura di servizi essenziali, il monitoraggio dei diritti umani e il coordinamento dell'impegno internazionale sulla Libia.

La richiesta: Leon ancora tre settimane
Il rapporto sottolinea che, alla luce del nuovo ambiente in cui UNSMIL si trova a operare e sulla base di una valutazione realistica di quanto può ottenere in questo contesto, "la missione dovrebbe essere ridotta sostanzialmente". A prescindere dai mutamenti della situazione sul terreno, i membri del Consiglio di Sicurezza avrebbero deciso di dare all'inviato Onu Bernardino Leon ancora tre settimane tempo prima di emendare il mandato. Resta da vedere quanto Leon sarà in grado di ottenere da ora a quando il mandato di UNSMIL dovrà essere di nuovo rinnovato.

A Rabat vertice tra le fazioni in lotta
Dopo che nei giorni scorsi l’inviato Onu per la Libia, ha fatto la spola tra Tobruk e Tripoli per convincere le parti a tornare a sedere al tavolo dei negoziati, oggi le trattative dovrebbero riprendere in Marocco: erano state sospese sine die ma il Parlamento di Tobruk ha dato il via libera ad un nuovo inizio.

Gentiloni: far nascere governo unito
Il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni intanto invita tutti al sano realismo e al pragamatismo per tentare di trovare una via d'uscita al caos libico. Fermo restando che nella comunità internazionale "tutti partiamo dal riconoscimento che il Parlamento di Tobruk ha una sua legittimità democratica, ma non controlla tutto il paese.  - dice - Per questo parliamo di unità nazionale, per coinvolgere anche le parti che nella Libia meridionale ed occidentale non si riconoscono in Tobruk".

Il titolare della Farnesina preferisce glissare sull'ipotesi di un blocco marittimo su mandato Onu per impedire il contrabbando di petrolio e insieme controllare il mare di fronte all'Italia: "E buona regola diplomatica parlare di opzioni diverse solo quando la scommessa sul terreno è persa. Oggi il governo italiano sta adoperandosi con i libici e con i paesi che hanno un ruolo in questa crisi come Egitto e Algeria per avere un buon risultato in Marocco. Non parliamo di piani B o ipotesi di ripiego".