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MONDO

Lo comunica la Farnesina

Libia, liberato il tecnico italiano Gianluca Salviato

L'uomo, che soffriva di diabete e che è stato rapito in Libia il 22 marzo scorso, è giunto a Roma nella notte. Pochi giorni fa la liberazione di Marco Vallisa, l'altro tecnico italiano rapito sempre in Libia il 5 luglio scorso

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Gianluca Salviato (Ansa)
Roma
E' stato liberato Gianluca Salviato, il tecnico italiano di 48 anni rapito in Libia lo scorso 22 marzo. Lo comunica la Farnesina in una nota. "Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale - riferisce il comunicato - conferma la liberazione del connazionale Gianluca Salviato, giunto a Roma questa notte. grazie al lavoro di tutti gli organi dello Stato coinvolti".

Salviato, che soffriva di diabete, era stato  rapito in Libia 8 mesi fa mentre lavorava a Tobruk per l'azienda Enrico Ravanelli, società di Udine che opera nel settore delle costruzioni. Il tecnico si trovava nella città per seguire i lavori di realizzazione degli impianti fognari. Sin dalle prime successive al suo rapimento, si era subito temuto per la sue condizioni di salute perché soffre di diabete. Nella sua macchina erano rimaste le medicine per lui vitali.  Secondo quanto riporta il Mattino di Padova (l'uomo è residente a Trebaseleghe, nel Padovano, ndr) "Salviato in mattinata dovrebbe comparire davanti al tribunale di Roma per raccontare la vicenda del suo rapimento ai magistrati, che apriranno un'indagine sul caso". La liberazione dell'uomo avviene a pochi giorni da quella di Marco Vallisa, l'altro tecnico italiano rapito sempre in Libia lo scorso 5 luglio. Ad annunciare la sua liberazione era stato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.


4 gli italiani ancora nelle mani dei rapitori
Dopo la liberazione di Gianluca Salviato e a soli tre giorni da quella di Vallisa in Libia, restano quattro gli italiani sequestrati all'estero e sulla cui sorte non si hanno più notizie in alcuni casi da mesi, in altri da anni: le due giovani cooperanti lombarde Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, scomparse in Siria dal 31 luglio 2014; il gesuita romano padre Paolo Dall'Oglio (che il 17 novembre compirà 60 anni, ndr), sequestrato a fine luglio 2013 in Siria; il cooperante palermitano Giovanni Lo Porto, scomparso il 19 gennaio 2012 tra Pakistan e Afghanistan. Su Greta e Vanessa le ultime informazioni risalgono al 20 settembre quando prima si e' diffuso il timore che fossero cadute nelle mani dei jihadisti dell'Isis poi e' arrivata la smentita di un quotidiano libanese vicino al movimento sciita Hezbollah, alleato del regime di Damasco. Secondo Al Akhbar le giovani cooperanti erano cadute in una trappola, rapite e poi vendute da un gruppo armato ad  un altro ma non erano in mano allo Stato islamico. Naturalmente è difficile stabilire la vericidità della notizia anche perché il giornale non è imparziale. Anche su padre Dall'Oglio le ultime informazioni
risalgono a settembre: secondo fonti che lavorano sul terreno per la sua liberazione, il gesuita sarebbe invece detenuto in una delle prigioni dell'Isis a Raqqa, da oltre un anno divenuta la roccaforte dello Stato islamico in Siria. Del cooperante palermitano Lo Porto si sono invece completamente perse le tracce da quasi tre anni.