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MONDO

Gli Usa evacuano le truppe

Libia nel caos. Serraj lancia l'operazione contro Haftar. Appello dell'Onu per una tregua

Il premier Conte: "Confido in Haftar per evitare un bagno di sangue". E annuncia che sulla Libia riferirà alla Camera giovedì 11 alle 15. Intanto si combatte a decine di chilometri dalla capitale. Morti e feriti: tra le vittime anche civili

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Situazione sempre più tesa in Libia, dove  l'esercito leale al governo di unità nazionale di Fayez al Serraj, riconosciuto a livello internazionale (Gna), ha lanciato una controffensiva contro l'attacco delle forze del generale Khalifa Haftar, l'uomo forte della Cirenaica.

Nessuna tregua umanitaria nonostante l'appello Onu
Nessuna "tregua umanitaria" vicino Tripoli nonostante la richiesta avanzata in tal senso dall'Onu. Lo riferiscono i soccorritori e le Nazioni unite. La missione dell'Onu in Libia (Unsmil) aveva lanciato un "appello urgente" chiedendo "a tutte le parti armate che si trovano nella regione di Wadi Rabi, al-Kayekh, Gasr Ben Ghachir e Al-Aziziya (a sud di Tripoli) di rispettare una tregua umanitaria dalle 16 alle 18 per garantire l'evacuazione dei feriti e dei civili da parte delle squadre di soccorso della Mezzaluna rossa libica".

Mezzaluna Rossa: ignorata la tregua Onu 
Non è stata rispettata la tregua umanitaria di due ore chiesta per questo pomeriggio dall'Unsmil, la missione di supporto dell'Onu in Libia, per evacuare feriti e civili da quattro zone dove ci sono combattimenti a sud di Tripoli. Lo riferisce la Mezzaluna Rossa come scrive un tweet di
 al Hadath, TV della rete Al Arabiya. "Le parti che si stanno scontrando non hanno rispettato la tregua chiesta dalle nazioni unite", scrive il tweet.

Ministero: morti e feriti. Tra le vittime anche civili
"Il bilancio degli scontri alla periferia di Tripoli è arrivato finora a 21 morti e 27 feriti": lo scrive il sito Alwasat citando il portavoce del ministero della sanità, Amin Mohamed al Hashmi, il quale ha precisato che fra le vittime ci sono "un medico, un assistente medico" e due altri civili. ieri sera l'esercito nazionale libico del generale Khalifa Haftar aveva annunciato che, dall'inizio degli scontri, quindi in due giorni, aveva perso 14 militari. 

Serraj resiste e lancia l'operazione "Vulcano di rabbia"
Fayez al Serraj resiste all'offensiva di Haftar e promette "fermezza" nel contrastarlo.  Il portavoce delle forze armate del governo di accordo nazionale di Sarraj, il colonnello Mohamed
Gounonou, ha annunciato l'inizio della controffensiva "Vulcano di rabbia" per "ripulire tutte le città dagli aggressori e dalle forze illegittime", ovvero gli uomini del generale Khalifa Haftar. Lo riferisce il Libya Express riportando le parole del portavoce il quale ha affermato che "l'esercito libico respinge colpi di stato e una sua militarizzazione: la Libia sarà sempre uno stato civile, l'esercito lo proteggerà e garantirà la sicurezza della popolazione".

Forze di Sarraj: l'aeroporto di Tripoli è nostro
Le milizie filo-Sarraj sostengono di aver ripreso il controllo dell'aeroporto internazionale di Tripoli, quello chiuso dal 2014 e situato a sud della capitale, che era stato preso o almeno 'infiltrato' per due volte da uomini dell'esercito nazionale libico del generale Khalifa Haftar. L'affermazione è contenuta in un resoconto di dichiarazioni del nuovo portavoce delle forze del governo di accordo nazionale, colonnello Mohamad Gnounou, postate sulla pagina facebook dell'ufficio stampa dell'esecutivo.

Raid aerei. Haftar alle porte di Tripoli
Un raid aereo delle forze del governo di accordo nazionale è stato realizzato contro le postazioni dell'esercito del generale Khalifa Haftar (Lna) nella zona dell'aeroporto internazionale di Tripoli (chiuso nel 2014) e a Wadi Rabea. Ne dà notizia il Libya Observer sulla sua pagina Twitter. Sempre secondo il giornale, le forze di Haftar a loro volta hanno condotto un bombardamento aereo a Naqliya camp sulla strada dell'aeroporto. Fonti locali hanno parlato anche di raid aerei in mattinata nell'area di Ain Zhara.

Haftar è stato fermato a pochi chilometri da Tripoli, grazie all'intervento delle milizie di Misurata, per lo più fedeli al governo di unità nazionale. I caccia hanno bombardato le posizioni di Haftar a Mizda, a sud di Gharyan e Souq Al-Khamis, sud-est della capitale. Secondo media locali, ci sono stati bombardamenti anche sull'altopiano del Gebel Nefusa.

Usa evacuano contingente per motivi di sicurezza
Il Comando Usa in Africa ha annunciato con una nota di avere "temporaneamente evacuato" un contingente di forze statunitensi dalla Libia. "Un contingente di forze statunitensi si sono temporaneamente trasferite dalla Libia in risposta alle condizioni di sicurezza - si legge sul profilo Twitter del Comando -. Continueremo a monitorare le condizioni sul terreno e a valutare la fattibilità di una rinnovata presenza militare degli Stati Uniti, a seconda dei casi".

Convocato ambasciatore Francia. Parigi: protesta Serraj? Non riflette tenore colloqui
Parigi fa sapere che la  notizia della "forte protesta" nei confronti di Macron espressa da Fayez al-Serraj all'ambasciatrice francese a Tripoli "non riflette il tenore dell'incontro" fra il premier libico e la rappresentante diplomatica di Parigi, Beatrice du Hellen. Lo ha appreso l'Ansa da fonti del Quai d'Orsay. le fonti, commentando la notizia diffusa da al Jazeera di una "forte protesta di al-Sarraj con Macron", hanno spiegato che "si trattava di un incontro fissato di comune accordo" e che l'informazione "non riflette il tenore dell'incontro del primo ministro Sarraj con la nostra ambasciatrice".

Conte: "Confido in Haftar per evitare un bagno di sangue"
"Stiamo seguendo il dossier Libia da tempo e lo stiamo seguendo anche nelle ultime fasi. È
un'evoluzione che ci preoccupa e devo confessare che non ci lascia del tutto sorpresi perché ovviamente, seguendo l'evoluzione, avevamo colto questa possibile evoluzione", ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte entrando a Vinitaly a Verona. "Sicuramente stiamo cercando di rappresentare soprattutto al generale Haftar e agli altri interlocutori - ha aggiunto - la necessità di evitare conflitti armati, non possiamo permetterci una guerra civile". "Non ho sentito il generale Khalīfa Belqāsim Ḥaftar negli ultimi giorni", dice il presidente del Consiglio. "Ovviamente - aggiunge Conte - stiamo seguendo il dossier della Libia da tempo e lo stiamo seguendo anche nelle ultime fasi. Confido che il generale Haftar, col quale sono costantemente in contatto, voglia evitare bagni di sangue". E in serata il presidente del Consiglio rende noto che nella seduta della Camera di giovedì 11 aprile svolgerà "un'informativa urgente sui recenti accadimenti in Libia".