MONDO
La vicenda
Libia, peschereccio italiano sequestrato. Il comune di Misurata: "Da Italia atto di pirateria"
Il portavoce del Comune libico ha sostenuto che i pescherecci italiani sequestrati dalla Guardia costiera libica erano "due" e uno è stato liberato attraverso un "atto di pirateria" compiuto da una "nave italiana"

Il portavoce del Comune libico di Misurata ha sostenuto che i pescherecci italiani sequestrati dalla Guardia costiera libica erano "due" e uno è stato liberato attraverso un "atto di pirateria" compiuto da una "nave italiana".
"Due pescherecci italiani con italiani a bordo sono entrati nella notte tra giovedì e venerdì, nell'oscurità totale, nelle acque territoriali libiche per praticare della pesca e sono stati presi dai Guardacosta libici", ha sostenuto Ramadan al Moatiq, direttore del Dipartimento relazioni pubbliche e informazione del Comune di Misurata.
"Ma un atto di pirateria si è verificato quando una nave italiana è intervenuta e ha potuto far ritornare indietro uno dei due pescherecci", ha sostenuto ancora il portavoce, contattato per telefono dall'Ansa.
La vicenda
E' stato l'intervento di una nave della Marina militare a salvare un peschereccio siciliano che era stato attaccato e sequestrato da uomini armati, dopo l'abbordaggio con un grosso rimorchiatore presumibilmente libico, in apparenza senza contrassegni militari. Il motopesca "Airone", di Mazara del Vallo (Trapani), si trovava a 40 miglia dalla costa di Misurata quando e' stato dirottato. L'arrivo della nave militare ha permesso al natante di fuggire e di dirigersi verso la Sicilia.
A bordo del motopesca "Airone", sette uomini di equipaggio, compreso il comandante Alberto Figuccia. Due sono di Mazara del Vallo e gli altri quattro tunisini.
Lo Stato Maggiore della Difesa ha poi fatto sapere: "Personale della Marina militare, impegnato nell'ambito dell'operazione di sorveglianza e sicurezza marittima 'Mare Sicuro', è salito a bordo del motopesca 'Airone' assumendone il controllo".
Lo Stato Maggiore ha anche chiarito la dinamica del sequestro, precisando che il peschereccio "era stato sequestrato questa mattina da un rimorchiatore, presumibilmente appartenente a forze di sicurezza libiche mentre si trovava a circa 90 chilometri a Nord-ovest di Misurata". A dare l'allarme era stato l'equipaggio di un altro peschereccio siciliano che si trovava nella stessa zona di quello sequestrato, comunicandolo via radio alla Guardia costiera.
"Due pescherecci italiani con italiani a bordo sono entrati nella notte tra giovedì e venerdì, nell'oscurità totale, nelle acque territoriali libiche per praticare della pesca e sono stati presi dai Guardacosta libici", ha sostenuto Ramadan al Moatiq, direttore del Dipartimento relazioni pubbliche e informazione del Comune di Misurata.
"Ma un atto di pirateria si è verificato quando una nave italiana è intervenuta e ha potuto far ritornare indietro uno dei due pescherecci", ha sostenuto ancora il portavoce, contattato per telefono dall'Ansa.
La vicenda
E' stato l'intervento di una nave della Marina militare a salvare un peschereccio siciliano che era stato attaccato e sequestrato da uomini armati, dopo l'abbordaggio con un grosso rimorchiatore presumibilmente libico, in apparenza senza contrassegni militari. Il motopesca "Airone", di Mazara del Vallo (Trapani), si trovava a 40 miglia dalla costa di Misurata quando e' stato dirottato. L'arrivo della nave militare ha permesso al natante di fuggire e di dirigersi verso la Sicilia.
A bordo del motopesca "Airone", sette uomini di equipaggio, compreso il comandante Alberto Figuccia. Due sono di Mazara del Vallo e gli altri quattro tunisini.
Lo Stato Maggiore della Difesa ha poi fatto sapere: "Personale della Marina militare, impegnato nell'ambito dell'operazione di sorveglianza e sicurezza marittima 'Mare Sicuro', è salito a bordo del motopesca 'Airone' assumendone il controllo".
Lo Stato Maggiore ha anche chiarito la dinamica del sequestro, precisando che il peschereccio "era stato sequestrato questa mattina da un rimorchiatore, presumibilmente appartenente a forze di sicurezza libiche mentre si trovava a circa 90 chilometri a Nord-ovest di Misurata". A dare l'allarme era stato l'equipaggio di un altro peschereccio siciliano che si trovava nella stessa zona di quello sequestrato, comunicandolo via radio alla Guardia costiera.