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MONDO

L'attacco

Lione. Sahli l'attentatore: la macabra messa in scena poi il tentativo di strage

Fermato insieme alla moglie e alla sorella è sotto interrogatorio. Bloccato anche il complice 

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Yassin Sahli entra nel sito poco prima delle 9.50, grazie al suo badge. Faceva infatti regolarmente delle consegne alla Air Products di Saint-Quentin-Fallavier, nel Dipartimento di Isère. Con il suo veicolo investe un secondo perimetro di sicurezza, una recinzione. Scende dal veicolo, corre in direzione delle bombole di gas nel deposito, le apre e appicca un incendio. I vigili del fuoco, avvisati subito, arrivano sul posto. Uno di loro si dirige verso l'attentatore, lo afferra e lo immobilizza al suolo in attesa dell'arrivo delle forze di sicurezza.

Quanto alla messa in scena macabra con il corpo della vittima, una delle ipotesi formulate è che avrebbe ucciso il suo datore di lavoro prima di mettersi alla guida, poi arrivando sul posto, si sarebbe fermato per infilzare la testa sulla recinzione e disporre il corpo un po' più lontano. Quindi sarebbe entrato nella fabbrica. Così il quotidiano francese Le Figaro ricostruisce le fasi dell'attentato.

Sahli, un immigrato di seconda generazione
Yassin Sahli viveva in un quartiere dormitorio alle porte di Lione. Un uomo descritto dai suoi vicini come una persona tranquilla. Ogni sera giocava a calcio con i suoi tre figli in cortile. Secondo gli investigatori è lui che ha tentato di far saltare in aria una fabbrica vicino a Lione e ha decapitato il suo datore di lavoro. L'uomo di 35 anni è sotto interrogatorio da parte dei magistrati. Insieme a lui la moglie, la sorella e un’altra persona implicata nell’attacco terroristico.

Gli investigatori stanno cercando di ricostruire il suo piano e soprattutto le motivazioni del gesto. Sahli si è dichiarato un seguace dell’isis. Ha lasciato di fianco alla testa decapitata del suo datore di lavoro due bandiere del Califfato con la professione di fede islamica.

Sahli abitava in una modesta casa in periferia con la moglie e tre figli. Immigrato di seconda generazione, è rimasto sotto osservazione della polizia fino al 2008 poi non è stato più giudicato rischioso. Il suo processo di radicalizzazione era iniziato però da anni.