Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Luca-Palamara-stato-radiato-dalla-Magistratura-applicata-la-sanzione-massima-prevista-995b316a-33fa-47fe-b003-dc48f421d915.html | rainews/live/ | true
ITALIA

Alle 16 l'ex magistrato parlerà dalla sede del Partito radicale

Luca Palamara è stato radiato dalla Magistratura: applicata la sanzione massima prevista

Il collegio della sezione disciplinare lo ha ritenuto responsabile di tutti gli addebiti che gli sono stati contestati, applicando la sanzione massima prevista. Sostanziale la riunione che si svolse all'hotel Champagne di Roma il 9 maggio dello scorso anno, nel corso della quale, con i deputati Luca Lotti e Cosimo Ferri e cinque ex togati del Csm, si discusse di nomine compresa quella del procuratore di Roma

Condividi
Luca Palamara
Dopo due ore e mezza di camera di consiglio il verdetto: Luca Palamara è fuori dalla Magistratura.

La sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura (Csm) lo ha condannato alla sanzione massima prevista, accogliendo la richiesta della procura generale della Cassazione. Palamara è il primo ex consigliere del Csm ed ex presidente dell'associazione magistrati a essere rimosso dall'ordine giudiziario. 

"Massimo rispetto per la decisione dei giudici". È una sentenza politica? "Assolutamente no", ha commentato Stefano Giaime Guizzi, difensore di Luca Palamara, che ha lasciato il Csm subito dopo la sentenza di radiazione del suo assistito nel procedimento disciplinare in Csm.

Al centro della decisione c'è la riunione che si svolse all'hotel Champagne di Roma il 9 maggio dello scorso anno, nel corso della quale, con i deputati Luca Lotti e Cosimo Ferri e cinque ex togati del Csm, si discusse di nomine compresa quella del procuratore di Roma.

Accusa e difesa
Secondo l'avvocato generale della Cassazione Pietro Gaeta "almeno tre soggetti (Palamara, Luca Lotti e Cosimo Ferri ndr) del tutto estranei al Csm per differenti ma convergenti e cospicui interessi di natura personale hanno pilotato e promosso" le nomine finite al centro dell'inchiesta e Palamara ha avuto un ruolo da "regista e organizzatore", "senza alcuna attenuante". All'accusa di "un illecito di elevatissima gravità", la difesa ha sostenuto che "l'interlocuzione delle persone coinvolte era assolutamente legittima", perché il tema 'nomine' ha da sempre "una valenza politica". Il difensore di Palamara ha sempre reputato legittimo ascoltare il parere di "riconosciuti leader delle correnti associative", come Palamara e Ferri, pur ritenendo "gravemente inopportuna" la presenza di Lotti che a suo avviso "non contribuì in alcun modo alle nomine".