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POLITICA

Roma

Caos M5S a Roma: Tutino si chiama fuori e Grillo ordina il silenzio ai portavoce

La Giunta ancora senza assessore al Bilancio

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Proseguono le difficoltà della Giunta comunale di Roma, dove il candidato assessore al Bilancio, Salvatore Tutino, si chiama fuori. "Mi tiro indietro, sono da 20 giorni sulla graticola. Lascio per il clima che c'è all'interno del partito che dovrebbe sostenere la Giunta di Roma", ha spiegato.

Tutino ha poi aggiunto: "Ci sono fatti legati a beghe politiche, tutti sono in grado di parlare e di sostenere falsità".

Sulla vicenda interviene il leader Grillo: "Ringrazio di cuore tutti i portavoce M5s che non faranno né dichiarazioni né interviste su Roma nei prossimi giorni. Grazie di cuore a tutti". Così in tweet il leader del M5s cerca di mettere il silenziatore. Grillo poi attacca Renzi sul ponte sullo Stretto: "Renzi 2012: "Gli 8 miliardi del #pontesullostretto li dessero alle scuole" La sua parola vale 0. Il 4/12 si avvicina", scrive su Twitter.

Intanto, il sindaco Raggi ha difeso il "no" alle Olimpiadi, sostenendo che "non c'è alcun tipo di sostenibilità per questi eventi", in un'audizione in commissione Beni culturali al Senato. Raggi aggiunge che "evidenze storiche ci dimostrano come gli investimenti che tanto il Cio quanto i governi quanto le città dovevano sostenere per ospitare le Olimpiadi non erano mai ripagati dai ricavi ne contribuivano ad avere un legato futuro a beneficio della città".

Circa il no di Tutino, lui "era tra le persone che abbiamo visto, tra i possibili candidati. A breve avrete un nome".

Consulenza Asl, Raggi: il tempo è galantuomo, era fango
"Il tempo è galantuomo. Prima del ballottaggio mi avevano lanciato l'ultima goccia di fango. Erano arrivati ad attaccarmi sul mio lavoro perché altri argomenti non ne avevano. Oggi la Procura di Roma ha archiviato l'inchiesta relativa alla mia consulenza svolta presso la Asl di Civitavecchia". Così su Fb il sindaco di Roma..

Il nodo dei rapporti con l'esecutivo
Spente le luci e le musiche della kermesse palermitana, e registrata anche l'archiviazione dell'indagine sulle sue consulenze per la Asl di Civitavecchia, Raggi è tornata nelle strettoie romane che aveva abbandonato sabato: il nome dell'assessore al Bilancio, che avrebbe dovuto annunciare domani alla Giunta, convocata per le 15, non c'è e non c'è idea, nonostante le rassicurazioni, su chi convincere ad accettare la poltrona più scomoda di questa Giunta, sottoposta ai tiri incrociati interni ed esterni alla maggioranza capitolina. Ancor più lontani i nomi dell'assessore alle Partecipate, del Capo di Gabinetto, e dei vertici di Atac e Ama.

Che l'assessore al Bilancio sia necessario, però, lo rivela lo stesso annuncio lanciato da Raggi in Senato: "Chiederemo formalmente al Governo di impegnare i fondi che prevedeva di investire nella città di Roma a prescindere dalle Olimpiadi", spiega. Questo negoziato con Palazzo Chigi sulle risorse necessarie a mandare avanti la Capitale era stato iniziato dall'ex assessore Minenna ancora sotto la gestione commissariale. Raggi ha spiegato in audizione che Roma come città metropolitana dal prossimo anno avrà i conti in rosso perché non potrà più contare sull'esazione della tassa di circolazione per assicurare a Roma e ai comuni limitrofi i servizi essenziali. "Sicuramente avremo un'interlocuzione col Governo per spostare questi fondi dal grande evento nel quotidiano", dice ancora Raggi che chiede all'esecutivo nazionale un passo per Roma come fatto per Milano. Raggi avverte Renzi: "Spero che nessuno provi a fare il ricatto "se non ti candidi ai giochi ti tolgo i soldi perché Roma è capitale d'Italia anche senza i giochi", dice ancora.

Ma da Palazzo Chigi arriva una netta chiusura: "Il Comune di Roma è il Comune più aiutato dallo Stato italiano, grazie ai soldi per il debito, fatto dai romani e pagato dagli italiani. Se il sindaco Raggi non riesce ad averne contezza può agevolmente chiedere al suo assessore al bilancio. O a chi per lui", le risponde il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, "Siamo pronti al Patto per Roma - prosegue l'esponente dell'esecutivo - ma il sindaco Raggi non pensi di bluffare con noi: i soldi che sarebbero arrivati su Roma per le Olimpiadi andranno a Parigi o a Los Angeles. Aver rinunciato alle Olimpiadi toglierà perciò risorse alle periferie romane". "Quando avrà voglia di passare a Palazzo Chigi - conclude De Vincenti - il sindaco troverà la porta aperta e le spiegheremo nel dettaglio come funziona un bilancio pubblico". In assenza di assessore dedicato questo appuntamento dovrà essere, però, di necessità spostato più in là.