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MONDO

Le vittime sarebbero di nazionalità afghana

Macedonia. Tentano di attraversare il fiume Suva Reka a nuoto: muoiono tre migranti

Da una settimana sono chiuse le frontiere lungo la rotta balcanica. Centinaia di migranti bloccati nel campo di Idomeni, in territorio greco al confine con la Macedonia, hanno deciso di tentare una strada alternativa e hanno attraversato il fiume Suva Reka per entrare in Macedonia. Tre afghani non ce l'hanno fatta e sono annegati. Gli altri sono stati bloccati dai militari macedoni 

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Centinaia di migranti sono riusciti a passare in Macedonia per una strada alternativa a quella di Idomeni, cittadina greca di confine, guadando con grande difficoltà il fiume Suva Reka, per poi essere quasi subito bloccati dai militari e dai poliziotti macedoni.

Questa mattina tre migranti, due uomini e una donna, sono morti annegati nel tentativo di attraversare a nuoto il fiume. Si tratta di tre afghani. Altre decine di migranti impegnati anch'essi nel tentativo di attraversare il corso d'acqua sono stati tratti in salvo e condotti nel centro di accoglienza di Vinojug. 

Le frontiere di tutti i Paesi lungo la rotta balcanica sono chiuse ormai da una settimana e migliaia di migranti sono bloccati nel campo di Idomeni, in territorio greco al confine con la Macedonia. Ma cresce il numero di coloro che cercano di passare clandestinamente la frontiera e proseguire verso l'Europa occidentale. Prima della chiusura dei confini, venivano fatti passare solo i profughi provenienti da zone di guerra di Siria e Iraq, autorizzazione negate invece agli afghani.

Più di 14.000 persone sono bloccate in Grecia, al confine con la Macedonia, dopo la chiusura della rotta balcanica.

La denuncia dell'Unhcr
L'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) ha denunciato ieri le "condizioni invivibili" del campo improvvasato di Idomeni, alla frontiera tra Grecia e Macedonia, dove si sono concentrati oltre 14mila migranti che sperano in una riapertura della frontiera per entrare in Europa, chiusa da una settimana. "La miseria umana ha raggiunto il suo punto culminante in Europa, le condizioni a Idomeni sono invivibili", ha denunciato Babar Baloch, un portavoce dell'Unhcr. "La situazione - ha continuato - supera ogni immaginazione e si deteriora ogni giorno di più con la pioggia. La gente soffre".