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ITALIA

Risolto l'omicidio del consigliere Dc, ucciso tra gli anni 80 e 90

Mafia. 26 arresti tra Catania e Reggio Calabria: risolto omicidio di consigliere Dc

Spezzato un sodalizio criminale tra il clan dei Tuppi e i Mazzei  storicamente legato a Cosa Nostra. in manette anche un carabiniere 
 

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26 ordinanze di custodia cautelare in carcere. Da qui, dal carcere infatti, si sono resi responsabili di omicidi, estorsioni, furti, ricettazione e riciclaggio in concorso, detenzione e porto illegale di arma clandestina, trasferimento fraudolento di valori e corruzione, con l’aggravante del metodo mafioso. "26 persone tutte legate, al sodalizio criminale denominato dei Tuppi, operante nel territorio dei Comuni di Misterbianco e Motta Sant’Anastasia, attualmente confederato alla famiglia mafiosa dei Mazzei, storicamente affiliata a Cosa Nostra

In manette anche un carabiniere 
C'è anche un carabiniere, di 51 anni, tra gli arrestati dell'inchiesta della Dda di Catania contro il clan dei 'Tuppi'. Il provvedimento cautelare, emesso nei suoi confronti dal gip per corruzione e per rivelazione ed utilizzazione di segreto d'ufficio, è stato seguito dai suoi colleghi del Comando Provinciale di Catania. Secondo l'accusa, l'indagato, in servizio nella stazione dei Carabinieri di Motta Sant'Anastasia, dal gennaio all'aprile del 2017 in cambio di soldi avrebbe riferito a due affiliati al clan informazioni riservate, ovvero rivelato l'identità di confidenti e spiegato le modalità per sottrarsi alle attività di controllo. Il militare è stato sospeso dal servizio ed è rinchiuso nel carcere di Bicocca, a Catania


 I beni sequestrati
L’operazione scattata questa mattina tra Catania e Reggio Calabria ha coinvolto 200 Carabinieri del comando Provinciale di Catania, supportati dai reparti specializzati, nelle 2 province. Sequestrati anche beni per un milione e mezzo di euro tra conti correnti, beni immobiliari e attività commerciali
 
Risolto l’omicidio del consigliere dc
Le indagini, inoltre, hanno permesso di fare luce su uno degli omicidi
risalenti alla guerra di mafia che - negli anni 80 e 90 - ha visto contrapposti lo stesso gruppo dei Tuppi con il gruppo del ‘Malpassotu’. In particolare sono emersi elementi di prova sulla responsabilità di alcuni dei sottoposti a misura per l’omicidio avvenuto il 28 settembre 1991, a Misterbianco, quando venne ucciso il consigliere comunale Paolo Arena, esponente di spicco della Democrazia Cristiana. L’uomo venne assassinato con colpi di fucile esplosi da distanza ravvicinata.

Chi era Arena
Dipendente del Comune di Catania in pensione da poco, Paolo Arena, 54 anni, era un esponente di spicco della Dc di Misterbianco, di cui era segretario locale, ed era legato alla corrente che faceva capo a Giulio Andreotti. Membro della direzione provinciale del partito, ex amministratore della Usl 35, una delle maggiori della Sicilia, prima consigliere e poi vicesindaco di Misterbianco, Arena era stato dipendente del Comune di Catania, ma da poco tempo era in pensione. Fu ucciso con colpi di fucile caricati a pallettoni davanti al Municipio di Misterbianco in pieno giorno. Tra i primi ad accorrere sul posto furono diversi consiglieri comunali che erano a Palazzo di città per un incontro di maggioranza Dc e Psi con l'allora sindaco Salvatore Saglimbene, democristiano, e altri esponenti politici. Mancavano pochi minuti a mezzogiorno. Arena stava posteggiando la sua auto quando arrivò il 'gruppo di fuoco': tentò la fuga a piedi, ma fu raggiunto e ferito a morte.