Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Mafia-Capitale-Renzi-commissaria-il-Pd-e-Alemanno-si-autosospende-287df66b-c47e-421d-94f9-4e6ce5376b9e.html | rainews/live/ | true
ITALIA

Oggi nuovi interrogatori della Procura

Mafia Capitale, Renzi commissaria il Pd e Alemanno si autosospende

Il presidente del Consiglio azzera il vertice del partito capitolino e lo affida al commissario Orfini; l'ex sindaco Alemanno si autosospende da Fratelli d'Italia, "errori nella scelta della squadra". Carminati e altri 13 non rispondono al gip. Panzironi respinge la accuse. M5S: "Sciogliere il Comune per Mafia"

Condividi
"Sono sconvolto perchè vedere una persona seria come il procuratore di Roma parlare di mafia mi colpisce molto". L'inchiesta "Mafia Capitale" investe anche il Pd - indagati l'assessore Ozzimo e il presidente del Consiglio comunale, Mirko Coratti - e il Premier Matteo Renzi azzera il vertice locale del partito e lo affida al commissario Matteo Orfini. "Vale per tutti il principio di presunzione di innocenza e il governo ha scelto Cantone per l'anticorruzione - commenta il Presidente del Consiglio - Certe vicende fanno rabbia, serve una riflessione profonda, certo l'epicentro è amministrazione di Alemanno ma alcuni nel Pd romano non possono tirare un sospiro di sollievo". 
Intanto l'ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, indagato per associazione mafiosa ha deciso di autosospendersi dagli incarichi che ricopre in Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale. In una lettera inviata a Giorgia Meloni spiega la decisione di sospendersi "per evitare strumentalizzazioni" e "fino a quando la mia posizione non sarà pienamente e positivamente chiarita". E al Tg1 afferma: "Se c'era una cupola era bipartisan, andava da destra a sinistra" e ammette "errori" nella scelta della sua squadra. Un suo ex compagno di partito nel Pdl, Luca Gramazio, indagato e ritenuto vicino a Carminati, per ora non si dimette da capogruppo di Forza Italia alla Regione Lazio. "Non faccio parte di un sistema e lo dimostrerò - dice -. Gli incontri con Carminati? Incontro un milione di persone".
Continua il lavoro della Procura che ora punta agli appalti gestiti dalla Regione. Oggi saranno sentite altre 14 persone arrestate. 

Solo Panzironi risponde al Gip
Sono iniziati gli interrogatori di garanzia dei 36 arrestati. Solo l'ex amministratore delegato di Ama, Franco Panzironi, ha accettato di rispondere ieri al giudice Flavia Costantini, scena muta invece da parte del presunto capo dell'organizzazione, l'ex terrorista dei Nar Massimo Carminati e di altre 13 persone esponenti del gruppo che dovevano essere ascoltati ieri. Panzironi ha negato di essere stato nel libro paga del presunto clan mafioso giudicando "un fatto normale" i finanziamenti sospetti ricevuti dalla Fondazione Nuova Italia, il cui presidente è Gianni Alemanno. Secondo la procura, quel denaro sarebbe riconducibile alla cupola affaristica gestita da Carminati. 

M5S: commissariare Campidoglio
Di fronte alla bufera giudiziaria che ha scosso la Capitale la soluzione M5S è drastica: sciogliere il Campidoglio per mafia e commissariarlo. Parlamentari e consiglieri comunali, tra i quali il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, lo dicono in una conferenza stampa in Comune e poi vanno dal prefetto Pecoraro per chiederlo ufficialmente. "Non scarta l'ipotesi - dice il capogruppo alla Camera Andrea Cecconi dopo l'incontro - Qualora ci siano i presupposti non si tirerà indietro".

Orfini (Pd): "Partito da rifondare in capitale"
"Una vicenda agghiacciante per il sistema criminale che emerge e le responsabilità della politica. Emerge a Roma un partito da rifondare e ricostruire su basi nuove". Così il presidente del Pd Matteo Orfini che invita anche ad una "riflessione di sistema" su primarie e preferenze che "rendono la selezione dei dirigenti più permeabile". 

Si dimette anche Patanè (Pd) 
Si è dimesso da presidente della commissione Cultura della Regione Lazio anche Eugenio Patanè indagato con l'accusa di turbativa d'asta e illecito finanziamento. Patanè spiega che la sua decisione giunge "per rispetto e a tutela della istituzione regionale". "Resto sereno e fiducioso nel lavoro della magistratura nella certezza che il prosieguo dell'inchiesta proverà - conclude Patanè - la mia totale estraneità ai fatti che mi vengono contestati".