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ITALIA

La decima udienza nel carcere di Rebibbia

Mafia Roma, l'ex capo di Gabinetto della Regione resta fuori dal maxiprocesso

Il giudice Rosaria Ianniello ha respinto la richiesta avanzata dalla procura di unificare i procedimenti a Venefro e Monge con quello in corso nell'aula bunker del carcere romano di Rebibbia

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di Silvia Balducci
Il caso del Cup, il maxi appalto per il centro di prenotazione unica della Regione Lazio, resta fuori dal maxiprocesso a Mafia capitale. Il giudice Rosaria Ianniello ha respinto la richiesta avanzata dalla procura di unificare i procedimenti all'ex capo di gabinetto di Zingaretti, Maurizio Venefro e al presidente della cooperativa Solco Mario Monge - accusati di turbativa d'asta per presunte intromissioni nell'assegnazione della gara - con quello in corso nell'aula bunker del carcere romano di Rebibbia. 

Gli imputati del maxiprocesso restano dunque 46. Una rete emersa da indagini durate anni, le cui tappe principali sono state ripercorse dal primo testimone, il maggiore dei carabinieri del Ros Rosario di Gangi.  Davanti ai giudici ha riferito che i rapporti tra il presunto boss dell'organizzazione Carminati e il ras delle cooperative Buzzi sarebbero iniziati addirittura nel settembre 2012.  E che in un'intercettazione del gennaio 2014 Carminati farebbe riferimento a Buzzi, Gramazio, Testa e Pucci come di una squadra che si muove per uno scopo comune.


(La cronaca della decima udienza)

Nelle prossime udienze continuerà l'esame del maggiore del Ros, e dopo le domande dei pm si passerà a quelle dei legali degli imputati.  E siamo solo all'inizio, perché Di gangi è il primo di una lunga lista di testimoni, almeno 500 tra procura e difese.