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ITALIA

Una parte deviata dello Stato era a fianco della mafia

Mafia, pentito rivela: "Ex poliziotto mise esplosivo sotto autostrada per strage Capaci"

Si aggiunge un nuovo tassello ai tanti misteri che ancora sono presenti sulla strage di Capaci. La rivelazione avvalora la tesi che fosse attiva una parte infedele e deviata dello Stato che aveva l'intento di fermare Falcone e Borsellino

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Il Turco è un ex poliziotto. Nome, cognome e ruolo ancora secretati. A Capaci in uno dei canali di scolo della A29 piazzò con l'aiuto degli skate board tredici barilotti con 400 chili di esplosivo. Era la sera dell’8 maggio 1992. La rivelazione sul ruolo di questo agente infedele che avrebbe collaborato alla Strage di Capaci, avvenuta il 23 maggio 1992, arriva dopo molti, troppi anni. Dopo processi, depistaggi, trame mai confermate. Arriva da Pietro Riggio, 54 anni, anche lui un Giano bifronte: è stato un agente della polizia penitenziaria e un mafioso del clan di Caltanissetta. Riggio conosce il Turco nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Viene reclutato proprio dal Turco, nell’anno 2000, per partecipare a una struttura dei servizi che caccia i latitanti con l’obiettivo di infiltrarsi per catturare Provenzano. Dal 2009 collabora con la giustizia. Solo alcuni mesi fa, dopo la sentenza sulla trattativa Stato mafia ha chiesto di tornare nuovamente davanti ai magistrati che indagano sulla morte di Falcone e Borsellino per dire che i tempi sono maturi per trattare certi argomenti e non teme più ritorsioni per sé e la sua famiglia. Non sono dichiarazioni qualsiasi. Le indiscrezioni riportate oggi da Salvo Palazzolo su la Repubblica hanno già smosso la Procura nazionale antimafia che la settimana scorsa si è riunita intorno al Procuratore Federico Cafiero De Raho. Quanto le sue rivelazioni rimuoveranno le tesi di una parte dello Stato infedele e deviato che ha lavorato a fianco della mafia per frenare Falcone e Borsellino? Quanto i pezzetti mancanti su Capaci possono riunirsi davvero in un’unica, grande trama dove l’ex poliziotto, il Turco, possa aver avuto addirittura il ruolo di autore materiale della strage?
 
Cinque procure interessate
E' un nuovo tassello che si aggiunge ai tanti misteri sulla strage di Capaci. Un ex poliziotto avrebbe partecipato alla fase esecutiva della strage di Capaci in cui morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta. L'ex poliziotto, detto 'il turco' avrebbe messo l'esplosivo sotto l'autostrada per preparare l'attentato di Capaci. Il particolare emerge dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia nisseno, Pietro Riggio. "Sono atti - dice all'Agi il procuratore generale di Caltanissetta, Lia Sava - al vaglio delle procure competenti. Abbiamo depositato questi atti nel processo in appello sia del Capaci Bis sia del Borsellino quater". L'ex poliziotto si sarebbe occupato del riempimento del canale di scolo dell'autostrada con l'esplosivo, operazione eseguita tramite l'utilizzo di skate-board. Ha anche rivelato ai magistrati nisseni che prima aveva paura di eventuali ritorsioni e che per questo in passato non ha mai riferito nulla sulla strage di Capaci. Proprio alla luce di queste nuove rivelazioni, che potrebbero riaprire un nuovo filone d'inchiesta, nei giorni scorsi si è svolta una riunione alla procura nazionale antimafia alla quale hanno partecipato i magistrati delle procure di Palermo, Caltanissetta, Catania, Reggio Calabria e Firenze. Intanto è stata fissata per il 29 ottobre in Corte d'Assise d'Appello, la requisitoria del Capaci Bis. Alla sbarra cinque mafiosi accusati, a vario titolo, di avere partecipato alla strage.

Parola di Riggio
Le dichiarazioni di Riggio sono state rese il 7 giugno dell'anno scorso e il pentito ha detto di non aver parlato fino ad allora perché aveva paura "di mettere a verbale certi argomenti, temevo ritorsioni per me e per la mia famiglia. Ma, adesso, i tempi sono maturi perché si possano trattare certi argomenti". Riggio, condannato per mafia e estorsioni, collabora con la magistratura da 11 anni. Il suo nome compare in inchieste sulla mafia delle estorsioni nissena dalla fine degli anni Novanta.