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Giunta Comitato Olimpico

Malagò: non posso commissariare ora la Figc, si rischierebbe un ricorso

Il presidente del Coni: il calcio è da rifondare

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Giovanni Malagò almeno per ora non commissaria la Federazione Italiana Giuoco Calcio. "La mia posizione è quella di commissariare la Figc, ma c'è un problema di pezzi di carta, amministrativo", esordisce nella conferenza stampa che segue la Giunta del Coni straordinaria.

Tra il commissariare e il non commissariare la Figc, quindi il calcio in toto, il presidente del Coni percorre la seconda strada, ma solo perché (dopo aver ascoltato il parere dei legali del Coni e della Giunta al completo, assenti solo Turisini e Ricci Bitti) non può fare altrimenti. Passando però la palla ai "signori" della Serie A, chiamati a prendere entro l'11 dicembre una decisione che potrebbe essere storica: "Hanno l'occasione per cambiare le cose", dice Malagò, che oggi ha deciso di fare un passo indietro sul commissariamento della Federcalcio in modo da evitare un ricorso che, se vinto dalla Figc, sarebbe "un disastro". "La mia posizione è netta: non si può non passare per un commissariamento della Figc. Ma lo statuto della Federcalcio quasi impedisce di cambiare pagina e riformare il mondo del calcio. E' un dato di fatto. Frustrante? Non lo so, ma così si perde una grande occasione".

Nella partita a scacchi seguita alle dimissioni di Carlo Tavecchio (al quale Malagò oggi ha telefonato esprimendo la sua solidarietà "umana" per le accuse di molestie, tutte da provare), ora la prossima mossa va alle Leghe, chiamate a eleggere o meno le loro cariche. E se la B lo farà già domani nominando presidente l'attuale commissario Mauro Balata, più complessa è la partita in Lega di A.

Due le strade offerte: la prima, eleggere un presidente entro l'11 dicembre ed evitare il commissariamento, lasciando così com'è il sistema calcistico italiano, oppure non eleggere aprendo quindi la via a un commissariamento che sarebbe "lungo" e che metterebbe mano allo statuto, che per il capo dello sport italiano rappresenta "un male profondo" che di fatto "impedisce di cambiare pagina e di riformare questo calcio".

Autocommissariandosi, la Serie A avrebbe il merito, secondo Malagò, di aprire il proprio mondo a un commissario con ampi poteri che metterebbe mano anche ai pesi elettivi e quindi alla stessa forza rappresentativa di una Serie A che oggi vale solo il 12% del Consiglio federale. 

"La Serie A adesso è una vittima - spiega Malagò - ma ha la possibilità di dimostrare che conta e che vuole cambiare le cose. Loro reclamano un maggiore spazio. Sono 9 le caselle da mettere a posto in Lega A, se succede (evitando il commissariamento, ndr) in bocca al lupo, auguri calcio, noi non possiamo fare niente, ma sarei dispiaciuto perché penso che andrebbe seguita un'altra strada". A quel punto il commissario, con buona pace di Ulivieri, al quale Malagò dedica l'ultima chiosa: "Penso che dal suo punto di vista ha ragione. Anche io se fossi in lui non vorrei che arrivasse Malagò o una persona individuata da noi".