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MONDO

Malaysia Airlines: il quarto giorno di ricerche

Nessuna traccia dell'aereo scomparso. L'Interpol esclude il terrorismo

Identificati i passeggeri con i passaporti rubati: due iraniani, ma le autorità escludono contatti con gruppi terroristici. Resta un mistero la scomparsa del volo. Pechino guida le operazioni dopo aver criticato la lentezza delle autorità nazionali: due passeggeri su tre a bordo del Boieng 777 volatilizzatosi nella notte tra venerdì e sabato sono di nazionalità cinese 

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La foto dell'iraniano con il passaporto rubato
Esclusa la pista dell'attacco terroristico nell'inchiesta per la sparizione dell'aereo della Malaysia Airlines. "Più abbiamo informazioni più siamo portati a concludere che non si è trattato di terrorismo" ha detto il segretario generale dell'Interpol Ronald K. Noble. Si infittisce dunque il mistero sulle sorti del volo Mh370 scomparso dai radar nella notte tra venerdì e sabato scorso mentre volava tra Kuala Lumpur e Pechino.

Le conclusioni dell'Interpol sono anche la conseguenza dell'identificazione dei due passeggeri saliti a bordo con il passaporto rubato e individuati grazie alle telecamere di sorveglianza dell'aeroporto. Si tratta di due iraniani che secondo le autorità, non avrebbero legami con gruppi terroristici. Il 29enne Delavar Seyed Mohammad Reza e Pouria Nour Mohammad Mehrdad, quest ultimo - 18 anni e richiedente asilo politico - aveva in programma di dirigersi in Germania per raggiungere la madre a Francoforte. 

Fonti militari: tracce dell'aereo fino allo Stretto Malacca
L'esercito malese, secondo una fonte militare, avrebbe rilevato con i suoi radar l'ultima traccia del B-777 sopra lo Stretto di Malacca, ben lontano da dove il velivolo ebbe il suo ultimo contatto con il traffico aereo civile, al largo della costa orientale del Paese. Il canale, tra i più trafficati al mondo, corre lungo la costa occidentale della Malaysia. La compagnia aerea malese ha però detto sabato che il volo avrebbe avuto il suo ultimo contatto quando era al largo della città di Kota Bharu. "Cambiò rotta dopo Kota Bharu, scese di altitudine ed entro nello Stretto di Malacca", ha riferito la fonte.

La Cina guida le ricerche
Dopo le critiche alle autorità malesi per la lentezza delle ricerche è la Cina a prendere in mano la situazione. 153 dei 239 passeggeri che si trovavano a bordo dell'aereo sono di nazionalità cinese. Pechino sta usando dieci dei suoi satelliti per cercare di localizzare i resti del Boeing 777. Strumenti che si vanno ad aggiungere ai 20 aerei e 40 navi provenienti da sette nazioni diverse: Malaysia, Vietnam, Filippine, Singapore, Stati Uniti e Cina. Al momento non è stata ancora trovata nessuna traccia del relitto. "Un mistero senza precedenti", ha ammesso  il capo dell'authority dell'aviazione civile. 

Scia di carburante non è dell'aereo
Risolto invece il giallo della scia di carburante trovata in mare. Non è del Boeing 777 ma proviene da una nave. E non appartiene al volo il pezzo di gomma giallo che si pensava fosse di uno scivolo o di un giubbotto di salvataggio invece era solo un cavo ricoperto di alghe. Insomma, nonostante il progressivo allargamento del raggio di azione della task force multinazionale non c'è ancora nessun ritrovamento che abbia a che fare col volo Kuala Lumpur-Pechino sparito senza lanciare alcun segnale di allerta dopo due ore di tragitto.

Le telecamere di sorveglianza
I due passeggeri imbarcati con i passaporti rubati dell'italiano Luigi Maraldi e di un austriaco sono stati identificati grazie agli elementi emersi dai filmati delle telecamere ai controlli dell'immigrazione. Sarebbe stato identificato anche un terzo passeggero cinese inizialmente sospetto, mentre le autorità locali stanno indagando su altre cinque persone che dopo aver fatto regolarmente il check in non si sono mai presentate al gate. Il loro bagaglio, come accade in questi casi, è stato quindi sbarcato dall'aereo prima del decollo.

Perde terreno la pista terrorismo
Il collegamento tra i due falsi passaporti europei e la possibile pista terroristica, ancora indagata dalle autorità, sembra perdere peso dopo le rivelazioni dell'agenzia viaggi di Pattaya (Thailandia) che ha emesso quei due biglietti il giorno prima e l'identificazione di uno dei due passeggeri. Intervistata dal Financial Times, la titolare ha ammesso che l'acquirente era un intermediario iraniano che aveva cambiato all'ultimo l'iniziale prenotazione dei biglietti per l'Europa, con un'altra compagnia e un tragitto dal costo minore.