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MONDO

Il caso dei fucilieri di Marina

Marò, portavoce del governo indiano: "La nostra giustizia è libera"

"Non è solo una discussione fra due esecutivi,  ma è un tema all'esame della magistratura indiana" che "deve esprimersi prima che si possa andare avanti"

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La vicenda dei marò "non è solo una discussione fra due esecutivi, ma è un tema all'esame della magistratura indiana" che "deve esprimersi prima che si possa andare avanti". Lo ha detto a New Delhi il portavoce del governo indiano che ha aggiunto: "La giustizia indiana è libera, trasparente e imparziale". 

Syed Akbaruddin, questo il nome del portavoce dell'esecutivo indiano, ha riconosciuto poi che "è difficile spiegare a che punto siamo (nei contatti fra i governi, ndr.) per il semplice fatto che la questione è all'esame della giustizia".
  
E, ha proseguito, "mentre il governo indiano può avere un punto di vista e considerare varie opzioni, fondamentalmente questa questione è in mano alla giustizia e dovrà andare attraverso un percorso legale ed arrivare ad una decisione della magistratura affinché si possa andare avanti".
  
A mo' di esempio il portavoce ha ricordato che "giorni fa il governo italiano ha cercato di ottenere una estensione della permanenza in Italia di uno dei due Fucilieri" e che "il governo indiano non era contrario a che essa fosse concessa". Ma, ha aggiunto, "la Corte Suprema ha assunto una posizione fortemente contraria a questa richiesta, per cui i legali hanno ritirato l'istanza".

Parole che arrivano all'indomani dello scambio di auguri tra i due fucilieri di Marina, con Massimiliano Latorre che, dall'Italia dove si trova per curarsi, si è augurato di "poter abbracciare il collega nel nostro Paese".

E sul caso dei due militari trattenuti da tre anni in India con l'accusa di omicidio, e ancora in attesa del processo, è intervenuto anche il cardinale Angelo Bagnasco: "Sulla vicenda c'è scarsa disponibilità - ha detto il porporato -, ma non da parte del governo italiano".