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SCIENZA

L'astronauta italiana agli studenti dalla Iss

Marte, Samantha Cristoforetti: "Ci saranno missioni esplorative, ma non domani"

La 'donna delle stelle' spiega ai ragazzi come passa le sue giornate sulla Stazione Spaziale internazionale, parla dei suoi esperimenti e di quanto sia importante avere fiducia reciproca tra colleghi di Terra e di Spazio

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Samantha Cristoforetti
ISS
Continua a studiare, a provare, a sperimentare. Non si ferma mai AstroSamantha. Nella Terra come nello Spazio. La prima italiana che è riuscita a toccare le stelle parla con i ragazzi delle università e dei licei romani e risponde alle loro domande. E' partita poco più di due mesi fa dal Kazakhstan a bordo della Soyuz con i suoi compagni di viaggio, ma Samantha Cristoforetti ha già tantissimo da raccontare. Come quando c'è stato il falso allarme sulla Stazione Spaziale per una fuga di ammoniaca. Sam sta bene, è contenta: "E' andato tutto per il meglio", dice. Per fortuna, e grazie all'affidabilità e preparazione dei suoi colleghi. Di Terra e di Spazio. Come una sorella maggiore spiega ai ragazzi con semplicità ed efficacia quello che lei e gli altri membri di equipaggio della Missione Futura fanno ogni giorno sulla Iss: esperimenti, esercizi, prove.

C'è chi le chiede che cosa studia, come passa le sue giornate. Domanda prevedibile, ma è la curiosità più grande per noi comuni terrestri. Lei racconta di svegliarsi ogni giorno intorno alle 7 del mattino e, grazie a una agenda elettronica, riesce a dare ritmi e scadenze alle sue giornate. Non solo esperimenti per capire se esiste davvero la vita extraterrestre. Questa è un'eccezione, tiene a precisare l'astronauta italiana. Samantha studia biologia, i fluidi, i corpi, cerca di capire come migliorare la vita sulla Terra grazie alla tecnologia, mettendo a punto nuove tecniche, nuove scoperte. Niente di più semplice, ma più difficile al tempo stesso. 


Poi Marte, il chiodo fisso di molti studenti e degli appassionati di E.T. Oppure di chi crede e spera che possa diventare il futuro pianeta da colonizzare. "Bisogna essere realisti - dice Samantha - la colonizzazione non è alle porte. Ci saranno le missioni esplorative, certo. Ma non domani. Stiamo lavorando per mettere i piedi su un pianeta che non è il nostro e ciò che facciamo qui ci permette di sviluppare tecnologie che ci permetteranno di fare questo passo". 

Poi parte la domanda di salute, quella sulla sicurezza, sui raggi cosmici. Una ragazza molto informata le chiede come fa a evitarli, se si sente stanca... "Per fortuna - risponde Samatha - la visione di raggi di luce non mi è mai accaduta. Sulla Iss siamo protetti. Siamo in orbita bassa, a 400 chilometri, una fascia dove i raggi cosmici non arrivano in maniera significativa. Il problema vale oltre l'orbita bassa, sarà un probolema forse per le missioni future". 


Samantha, sollecitata poi da una domanda di un ragazzo che frequenta un master in Trasporti aerospaziali, parla della fiducia reciproca nei colleghi di Spazio e di lavoro in generale. La fiducia è al centro di tutto, dice l'astronauta dell'Esa, "non solo nei confronti dei colleghi di missione, ma nelle decine, centinaia di persone che, per esempio, hanno preparato il razzo che mi ha lanciato nello Spazio". Poi il racconto dell'emergenza per una fuga di ammoniaca che si è rivelato un falso allarme. "Ti devi fidare del collega che chiude il portello, quando togli la maschera ti fidi del collega che ha fatto la misurazione dell'eventuale ammoniaca: devi fidarti, non c'è scampo". 

Poi la questione ambiente, la cura del pianeta spesso maltrattato dall'uomo. "Dallo Spazio - afferma la Cristoforetti - hai la percezione del fatto che siamo tutti su questa astronave che è la Terra e che, proprio come un'astronave, dobbiamo tenerla in buon funzionamento. Se in parte la stiamo danneggiando - conclude - dobbiamo comunque avere l'intelligenza di renderci conto che i danni fatti devono essere riparati".