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MONDO

Capo dello Stato: "Nessun Paese al riparo, serve leadership"

Mattarella in Camerun: "Terrorismo globale, ma alzare muri non serve"

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Se non si fornisce una risposta valida alla minaccia terroristica, nessun paese può dirsi "al riparo". In Camerun per la seconda tappa del suo viaggio in Africa, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella interviene su uno dei temi più caldi di questi giorni. Gli attentati in Turchia, così come quelli in Costa d'Avorio della scorsa settimana o quelli tragici di Parigi, sottolineano come il fenomeno sia sempre più globale e come si stia inasprendo in termini di violenza. Allo stesso tempo, mettono in evidenza anche la necessità di una risposta unitaria da parte della
comunità internazionale. Una risposta che - spiega il capo dello Stato - deve includere anche "lotta alle disuguaglianze ed inclusione in un modello condiviso di crescita e sviluppo politico, sociale, economico e culturale". Questa - aggiunge - "rappresenta la più efficacie delle armi per contrastare la propaganda dell'odio e combattere la povertà che spesso ne è la radice".
   
Non a caso, Mattarella pronuncia queste parole in Camerun: Yaounde è "in prima linea" nella lotta contro la setta terroristica islamica di Boko Haram che, da tempo, sta tentando di infiltrarsi nel nord del Paese. Proprio oggi una corte militare a Maroua, al confine con la Nigeria, ha condannato 89 membri dell'organizzazione mentre altri 1000 presunti appartenenti a Boko Haram sono in attesa di giudizio. Ad inizio 2015 Camerun, Nigeria, Niger e Ciad hanno dato vita ad una coalizione militare per fermare l'avanzata della setta. La città nigeriana di Bama di Bama è stata liberata e i fondamentalisti islamici hanno ripiegato verso l'interno. Yaounde, inoltre, è impegnata nell'accoglienza di profughi che fuggono proprio dalle violenze di Boko Haram: ne ospita 330 mila (300mila dal Ciad e 30 dalla Nigeria) in due campi per rifugiati.
   
Mattarella, nel corso del suo incontro con il presidente del Camerun Paul Biya, sottolineando come "la società camerunense sia un modello di solidarietà, ha voluto inviare un messaggio all'Europa: "Risposte a emergenze umanitarie come quelle dei migranti e dei rifugiati - ha detto - richiedono una assunzione di responsabilità, capacità di leadership che sappia coniugare sicurezza, solidarietà e rispetto dei valori e della dignità umana. Erigere muri e barriere non rappresenta una soluzione".
   
Il presidente - il primo capo di Stato italiano in visita in Camerun - è stato accolto con il massimo degli onori. Forze di polizia e dell'esercito sono dislocate in tutta la città ed alcune aree sono state ristrette alla circolazione per motivi di sicurezza. Il lungo tragitto che ha portato il corteo di auto dall'aeroporto al centro della città è tappezzato di foto dei due presidenti, striscioni e gigantografie con scritte in italiano: "Mattarella benvenuto in Camerun".
   
I media locali danno molta rilevanza alla visita. Numerosi quotidiani aprono con la notizia, mentre la tv nazionale trasmette speciali sui rapporti tra le due nazioni. Yaounde chiede facilitazioni per i visti per i camerunensi in Italia (il Belpaese ospita la seconda comunità più numerosa di studenti camerunensi all'estero) e l'intensificazione degli scambi. Roma importa materie prime dal Camerun: alluminio, cacao, frutta. Ma è molto presente nel settore edile (il Camerun prevede la costruzione di circa tre milioni di abitazioni negli anni a venire) ed in quello della trasformazione agricola (Ferrero ha un suo stabilimento nel Paese).
   
Il Camerun riconosce all'Italia di essere il Paese straniero più impegnato in Africa nella lotta alle malattie infettive
(contrasto all'Aids). Le università dei due paesi hanno ottime relazioni, in particolare quelle di Padova e la Ca' Foscari di Venezia per la formazione di ingegneri.