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ECONOMIA

L'attacco di Bollorè

Vivendi scala Mediaset, Fininvest resiste. E La procura di Milano apre un'inchiesta

I francesi arrivano al 20%. La procura di Milano apre un'indagine a carico di ignoti per manipolazione del mercato in
seguito all'esposto presentato da Fininvest. Il Governo con Calenda: "Monitoreremo da vicino la situazione"

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Vivendi e' salita al 20% di Mediaset e otterra' quello che per ora vuole: sedersi al tavolo della trattativa con il Biscione da una posizione di forza. Ma il gruppo francese dovra' fare i conti sia con il Governo, che si e' schierato contro la "scalata ostile", sia con la determinazione di Silvio Berlusconi, che promette di non farsi ridimensionare, ricordando la "compattezza piu' assoluta della mia famiglia".  

La notizia della giornata - cioe' l'ulteriore crescita di Vivendi nel gruppo media italiano - era attesa, anche se forse non in questa dimensione: con un quinto delle quote gia' ufficialmente in tasca, Vivendi puo' di fatto bloccare in assemblea ogni operazione straordinaria di Mediaset. La comunicazione e' avvenuta a mercati chiusi, ma tutti immaginavano che i francesi, dopo averlo ipotizzato ufficialmente, avessero gia' azioni del Biscione prossime appunto alla soglia del 20%.

Mediaset a metà mattinata è rientrata negli scambi di Piazza Affari e segna un calo del 7,9% a 3,3 euro. Il titolo è stato congelato due volte per eccesso di volatilità dopo due giorni di rally a seguito dei raid di Vivendi, azionista con il 23,9% di Telecom (+3,47%), che si è portata al 20% del Biscione.

 E se il finanziere ha agito anche alla luce delle dimissioni del governo Renzi, l'esecutivo appena insediato ha deciso di far sentire la sua voce. Lo ha fatto attraverso il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda che, in una nota scritta, spiega che il governo italiano ha "assoluto rispetto per le regole di mercato", tuttavia "non sembra davvero che quello che potrebbe apparire come un tentativo, del tutto inaspettato, di scalata ostile a uno dei piu' grandi gruppi media italiani, sia il modo piu' appropriato di procedere per rafforzare la propria presenza in Italia". E, perche' non ci siano dubbi, Calenda aggiunge che "il Governo monitorera' con attenzione l'evolversi della situazione".  

Prima di lui era intervenuto uno degli uomini storicamente piu' vicini a Silvio Berlusconi, il capogruppo al Senato di Forza Italia Paolo Romani secondo il quale "abbiamo assistito a tante scorrerie da parte di aziende francesi" come nella vicenda Parmalat. "Questo rischio c'e' e bisogna che il sistema italiano sia piu' forte" per affrontarlo, anche se "ho l'impressione che la holding Fininvest abbia messo Mediaset in sicurezza almeno parziale", conclude Romani.  

Poi ha parlato anche Berlusconi, dicendo che "non abbiamo alcuna intenzione di lasciare che qualcuno provi a ridimensionare il nostro ruolo di imprenditori: per questo abbiamo aumentato la nostra partecipazione in Mediaset e continueremo a farlo nei limiti consentiti dalle leggi". Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri. "Sara' dura, ma ci difenderemo" dalla "scalata di Vivendi: non sara' facile - ha affermato Confalonieri incontrando le redazioni del gruppo per gli auguri - anche perche' "le aziende francesi tendono alla cannibalizzazione".

Secondo il suo presidente, Mediaset dovra' abituarsi non solo a guardare alla "concorrenza esterna", ma anche alla "concorrenza interna" e sara' necessario guardarsi da quello che "succede nei corridoi".    Insomma un vero stato di guerra, con la Procura di Milano che intanto ha aperto un fascicolo sull'esposto del Biscione su ipotesi di manipolazione del mercato a proposito delle modalita' della scalata Vivendi.