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MONDO

L'immagine shock

​Medioriente. La prima pagina dell'Osservatore Romano: quasi mai così in oltre un secolo e mezzo

"Chiediamo scusa ai lettori. Ma le morti dei bambini sotto le bombe, a qualsiasi popolo appartengano, non ci possono lasciare indifferenti"

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Di rado nel suo oltre secolo e mezzo di vita l'Osservatore Romano aveva fatto una prima pagina così cruda. Non si vede il rosso del sangue, ma l'impatto emotivo resta forte, appena smorzato da una qualità delle luci e dei volti ritratti tanto da sembrare un quadro del Seicento: la foto della morte di due bambini e lo strazio dei loro genitori.

"Quella che vedete in questa prima pagina è una foto scioccante. E' un pugno sullo stomaco. Pubblicarla oggi è stata una scelta sofferta", scrive il quotidiano della Santa Sede, "Non è una foto di ieri o di oggi. E' uno scatto della scorsa settimana. Quando l'avevamo vista, è stata oggetto di riflessione e discussione. Andava pubblicata una fotografia con i volti riconoscibili e strazianti di due bambini, distesi nella barella sotto gli sguardi disperati dei loro genitori? La settimana scorsa avevamo deciso di non metterla in pagina. Ma domenica 16 maggio, al Regina caeli, implorando la pace, Papa Francesco ha parlato della morte dei bambini definendola inaccettabile".

Loro, "le vittime inermi e incolpevoli della guerra e della violenza, sono i piccoli dai corpi martoriati. A Gaza e in Israele, ma anche nello Yemen, in Siria, in Iraq, in Afghanistan come nelle tante guerre dimenticate in Africa. Sono i corpi straziati dei piccoli migranti annegati cercando di attraversare un fiume o il mare aperto in cerca di salvezza e di futuro. Sono i corpi straziati dei bambini violentati e venduti dai trafficanti di esseri umani. Sono i corpi straziati dei bambini vittime del lavoro minorile", prosegue.

"Chiediamo scusa ai lettori per questa foto shock. Ma le morti dei bambini sotto le bombe, a qualsiasi popolo appartengano, non ci possono lasciare indifferenti: ci testimoniano ancora una volta che la guerra porta solo morte, distruzione e odio, come insegna la drammatica esperienza dell'Iraq. I bambini pagano il prezzo più alto delle nostre sporche guerre. E' inaccettabile. E per capirlo veramente, scuotendoci dal torpore e dalle bolle dell'indifferenza dentro le quali spesso viviamo, abbiamo purtroppo bisogno di vedere".