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EUROPA

Elezioni in Gemania

Merkel, fotografia di sedici anni di cancellierato

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di Rino Pellino
Gli uomini non hanno mai reso facile la vita politica di Angela Merkel. Quando nel 2000 venne eletta alla guida della CDU nessuno credeva sarebbe durata a lungo. Doveva tirar fuori il partito dagli scandali che avevano travolto Helmut Kohl e gettato ombre sul successore designato, Wolfgang Schaeuble. Nel 2005 il congresso la sceglie come candidata alla cancelleria contro il socialdemocratico Gerhard Schroder: una missione considerata suicida. Ricordo –ero ancora inviato- le t-shirt di un gruppo di ragazze: “Schroeder è l’uomo sbagliato: tre donne lo dimostrano”. Un riferimento ai tre divorzi del cancelliere in carica che stava per sposare la quarta moglie (…nel frattempo è arrivato a cinque). Angela Merkel vinse quelle elezioni di stretto margine. Schroeder provò a sostenere che lui avrebbe dovuto guidare la Grande Coalizione, una donna non ne sarebbe stata capace… La storia lo ha smentito.

Un aneddoto che però fotografa i sedici anni di cancellierato che ho avuto modo di seguire come corrispondente. Angela Merkel più che governare ha amministrato la Germania grazie alle dure riforme dello stato sociale varate da Schroeder che lacerarono il rapporto della SPD con la sua base (una crisi dalla quale non riesce a riprendersi) e che fecero correre l’economia. E sarà grazie ad un altro socialdemocratico, il suo ministro delle Finanze, Peer Steinbrueck, che riuscirà a superare velocemente la più grave crisi finanziaria globale dopo quella del 1929. In questi sedici anni Angela Merkel ha spessissimo rubato i temi agli avversari. L’uscita dall’energia nucleare era stata decisa dal governo rosso-verde a fine anni ’90. Merkel l’aveva bloccata. Salvo poi ripristinarla dopo l’incidente nella centrale di Fukushima. Diventa così la cancelliera verde, frena il volo dei consensi degli ambientalisti, ma poi a Bruxelles blocca ogni obiettivo ambizioso sulle emissioni di CO2, per difendere le proprie industrie.

Succederà più o meno lo stesso con le pensioni, la retribuzione oraria minima, i matrimoni omosessuali. Battaglie della sinistra che Angela Merkel si ascrive. In tal modo soffoca il dibattito interno al partito che oggi si ritrova senza leader, lacerato da lotte e congiure interne.

La crisi greca la trasformano nella politica più odiata in Europa, l’apertura all’accoglienza dei migranti nella cancelliera più odiata dai tedeschi. Difenderà sempre quest’ultima scelta: “un paese che chiude le porte a chi ha bisogno non è il mio paese” disse allora. Nei fatti le porte verranno poi pian piano chiuse. Mentre pian piano gli aiuti alla Grecia arriveranno, lancerà insieme a Macron il Recovery Plan per tenere unita l’Europa e far ripartire insieme l’economia.

Il vuoto che lascia è già oggi evidente. Leader insicuri, proliferazione dei partiti, elettorato incerto e una campagna elettorale che non ha mai avuto tra i suoi temi la politica estera. Con gli alleati di sempre, Francia e Italia, in attesa di conoscere chi e in che forma –sei le possibili alleanze- tra Il socialdemocratico Olaf Scholz, il cristianodemocratico Armin Laschet o la verde Annalena Baerbock sarà il prossimo interlocutore a Berlino.

DOPO MERKEL  - Germania al voto 
Domenica 26 settembre andrà in onda uno speciale sulle elezioni politiche in Germania. Dalle 17,30 alle 20,30