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ECONOMIA

I dati Istat

Migliora rapporto deficit-Pil, in calo la pressione fiscale

Il rapporto deficit-Pil si è attestato al 6,6% contro il 7,3% del I trimestre 2013. Migliora la pressione fiscale, pari al 38,5% e torna allo stesso livello del primo trimestre del 2012. Il potere d'acquisto delle famiglie torna in calo

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Pier Carlo Padoan, Ministro dell'Economia
È calata la pressione fiscale nei primi tre mesi dell'anno: è stata pari al 38,5%, risultando inferiore di 0,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Lo rileva l'Istat spiegando che la pressione fiscale si è riportata suglii stessi livelli del primo trimestre 2012 quando fu pari a 38,7%. Nel IV trimestre del 2013, si era attestata a 43,8%, mentre nel III è stata al 41,1% e nel II trimestre al 41,2%. Si tratta quindi della terza diminuzione consecutiva in termini tendenziali

Migliora rapporto deficit-Pil
I dati Istat poi parlano di un miglioramento del rapporto deficit-Pil, che si è attestato al 6,6% contro il 7,3% del I trimestre 2013. Il dato sull'indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche non tiene conto delle operazioni di Swap, i contratti derivati.
L'istituto di statistica rileva che il saldo primario, cioè l'indebitamento al netto degli interessi passivi, sempre nel primo trimestre è risultato negativo e pari a 8,14 miliardi di euro (era stato -9,948 miliardi di euro nel corrispondente trimestre del 2013). Il rapporto saldo primario/Pil è risultato così pari a -2,2%, in miglioramento di 0,5 punti percentuale rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente.
Nel primo trimestre 2014, il saldo corrente, cioè il risparmio, è risultato negativo per 17,684 miliardi di euro, in miglioramento rispetto ai -18,815 miliardi di euro registrati nel corrispondente trimestre dell'anno precedente. L'incidenza sul Pil è passata da -5,0% del primo trimestre del 2013 a -4,7%.

I conti pubblici
L'Istat diffonde i dati sul conto economico delle amministrazioni. Le uscite totali nel primo trimestre di quest'anno sono diminuite dell'1,0% rispetto al corrispondente periodo del 2013.  Nel dettaglio, le uscite correnti hanno registrato una diminuzione tendenziale dello 0,3%. Alle riduzioni dell'1,3% dei redditi da lavoro dipendente e del 3,6% gli interessi passivi, si sono contrapposte crescite dello 0,7% delle prestazioni sociali in denaro e dello 0,2% delle altre uscite correnti.
I consumi intermedi sono rimasti invariati, mentre le uscite in conto capitale sono diminuite del 13,8%, ''pur in presenza di un aumento degli investimenti fissi lordi (+5,7%), a causa della marcata caduta delle altre uscite in conto capitale'' (-44,0%), spiega l'Istituto.

Potere d'acquisto in calo
Il potere di acquisto delle famiglie consumatrici, ovvero il loro reddito reale, nel primo trimestre del 2014 torna in calo, scendendo dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dello 0,2% su base annua. Dopo due anni torna però a crescere la spesa della famiglie per consumi finali: nei primi tre mesi dell'anno è aumentata dello 0,2% nei confronti sia del trimestre precedente, sia del corrispondente periodo del 2013.