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MONDO

La Valletta

Migranti. Oggi vertice Ue a Malta. Gentiloni e Serraj firmano memorandum Italia-Libia

Oggi a Malta vertice Ue sui migranti, con Gentiloni. Ieri il premier ha firmato col suo omologo libico Serraj un memorandum sul contrasto al traffico di esseri umani e all'immigrazione illegale ricevendo le congratulazioni da parte di Juncker, Tusk e Tajani. Ieri sono state 450 le persone soccorse nel Mediterraneo

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Il successo dell'accordo Ue-Turchia, che ha drasticamente ridotto i flussi di migranti da Est chiudendo la "rotta balcanica", rende inevitabile a Bruxelles e, oggi, a Malta, la tentazione di considerarlo un modello per la nuova emergenza e per la necessità di limitare gli arrivi da sud, nel Mediterraneo centrale e quindi in Italia. Ma se un accordo fra Ue e Libia che replichi quello con Ankara non è ancora ipotizzabile, l'Italia ha fatto il primo passo ieri con l'accordo firmato a Roma. Fin dai primi giorni del semestre maltese di presidenza Ue il premier Joseph Muscat aveva auspicato un accordo Ue-Libia ispirato al successo di quello turco, affiancando gli sforzi diplomatici italiani. Quello che cerca di fare nel frattempo l'Ue, è sostenere il più possibile il "governo di unità nazionale" guidato dal premier Fayez Al-Serraj per arrivare allo stesso risultato della riduzione degli arrivi.

Alla vigilia del vertice di Malta, che sarà centrato proprio sulla questione, il presidente Donald Tusk ha preceduto parlando in mattinata l'accelerazione italiana, dicendo che "La Ue ha dimostrato di essere pronta a chiudere le rotte delle migrazioni irregolari e, come ha fatto nel Mediterraneo orientale, ora è tempo di chiudere quella dalla Libia all'Italia". Ma sarà quindi dall'accordo fra Roma e Tripoli che i 28 dovranno ripartire oggi.

Nel testo provvisorio di dichiarazione finale che i leader si trovano sul tavolo, è stata aggiunta una frase in cui si rivendicano i risultati ottenuti dall'accordo con la Turchia, ribadendo il pieno impegno Ue a rispettarlo "in tutti i suoi aspetti" e facendo un riferimento al "continuo sostegno ai paesi lungo la rotta balcanica". Ma, come ha sottolineato ieri un alto funzionario del Consiglio in vista del vertice, "siamo consapevoli che le due situazioni sono diverse. L'unico punto in comune è la forte determinazione dell'Unione di ridurre drasticamente il numero dei migranti anche su questa rotta".

Tutto il resto, a partire dalla nazionalita' dei migranti (soprattutto siriani sulla rotta orientale, africani in quella del Mediterraneo centrale) cambia. Inoltre, il premier Serraj, che pure si trova ad affrontare in patria una situazione niente affatto chiara, ha oggi chiesto che i fondi Ue non servano solo a coprire l'emergenza profughi, ma arrivino anche ai cittadini libici.

"La nostra cooperazione sull'immigrazione riguarda in particolare la formazione della guardia costiera e la Marina libica con l'Operazione Sophia - ha detto l'alto rappresentante Federica Mogherini, che, in prima fila nella gestione dell'aspetto esterno dell'immigrazione, ne discutera' con i leader a Malta dopo avere incontrato ieri Serraj. "Consentira' alle autorita' libiche di controllare piu' efficacemente, non solo per la crisi migratoria ma anche per motivi di sicurezza, le proprie acque territoriali".

La situazione sul terreno "e' complicata", ha aggiunto, e l'Europa intende "esplorare un possibile sostegno aggiuntivo in settori specifici di cui possano immediatamente beneficiare i libici".

Serraj ha anche ribadito il principio della salvaguardia della sovranita' libica, sottolineando che Tripoli non ha intenzione di trattenere i migranti di passaggio verso l'Europa, ma e' disponibile a contribuire ai rimpatri nei paesi di origine. Su questo specifico tema dei rimpatri, nell'ultimo testo preparato dagli sherpa per la riunione dei leader si sottolinea che si dovra' rafforzare il ruolo dell'Ue sulle procedure.

Quanto alle critiche condizioni' dei migranti che attualmente si trovano nei "campi di detenzione" in Libia, sara' un altro argomento sul tavolo dei leader: il testo della dichiarazione prevede fra le priorita' anche la collaborazione con Unhcr e Iom per "assicurare adeguate capacita' e condizioni di accoglienza per i migranti in Libia": ma anche su questo, avverte una fonte del Servizio di Azione esterna, e' difficile che l'Ue possa intervenire in modo efficace e diretto fino a che non ci sara' una situazione politicamente piu' stabile nel paese. "Per ora - ha sottolineato - possiamo solo fornire supporto finanziario a chi e' gia' autorizzato a lavorare nei campi, ovvero le organizzazioni internazionali".

Accordo Italia-Libia sui migranti
"Una giornata di svolta che autorizza speranza per il futuro della Libia". E' questa la definizione utilizzata dal premier Paolo Gentiloni dopo la firma con il collega libico Fayez al Serraj di un memorandum sul contrasto al traffico di esseri umani e all'immigrazione illegale e al rafforzamento delle frontiere, ieri a Roma, con il pieno plauso dell'Ue, che punta adesso a chiudere la rotta libica per ridurre drasticamente i flussi dal Nordafrica.

Il leader del governo di unità nazionale libico era atterrato a sorpresa nel pomeriggio a Roma, dopo una due giorni a Bruxelles per chiedere il sostegno e "più soldi" alle istituzioni europee. Nella Capitale è stato fatto un passo concreto in questa direzione. Il memorandum, siglato con il collega Gentiloni a Palazzo Chigi, prevede una cooperazione più organica tra i due Paesi, soprattutto per rafforzare quella frontiera da cui ogni giorno partono tantissimi disperati. E l'impegno italiano per "rafforzare le istituzioni libiche", a partire dalla "polizia di frontiera", perché bisogna fermare "una piaga che colpisce la Libia, l'Italia, l'Europa e chi ne è vittima", ha spiegato il premier italiano.

Tale intesa rappresenta un ulteriore tassello dello storico coinvolgimento in Libia dell'Italia, unico Paese occidentale ad aver riaperto finora la propria sede diplomatica a Tripoli, ha ricordato Gentiloni, sottolineando tuttavia che si tratta soltanto di "un pezzo del progetto che dobbiamo sviluppare". Adesso "serve un impegno economico dell'Unione Europea", ha avvertito il premier. Serraj ha riconosciuto il carattere "strategico" delle relazioni bilaterali, aggiungendo che sono in corso anche "trattative per accordi economici che rappresenteranno una soluzione quotidiana ai problemi dei nostri cittadini".

Il punto fermo, però, è che la Libia "non farà intese che intacchino la propria sovranità", ha puntualizzato Serraj, chiudendo tra le altre cose all'ipotesi - emersa negli ultimi giorni - che l'operazione navale Ue possa entrare in acque libiche. Tripoli punta invece ad un "comando unico congiunto per ammodernare la flotta libica". L'accordo Roma-Tripoli ha ricevuto il plauso dell'Ue.

Adesso l'obiettivo di "fermare i flussi di migranti irregolari è a portata di mano", ha sottolineato il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, aggiungendo di aver concordato con Francois Hollande e Angela Merkel "di sostenere l'Italia in questa nuova cooperazione".

Quasi un anno fa l'Ue si accordava con la Turchia per chiudere la rotta balcanica, e tale intesa ha abbattuto i flussi migratori del 98%. "Ora è tempo di chiudere la rotta dalla Libia all'Italia" e "posso assicurare che possiamo riuscirci", ha affermato Tusk dopo aver "parlato a lungo ieri con Gentiloni" ed aver incontrato al Serraj oggi a Bruxelles, prima della tappa romana.

Adesso i riflettori si spostano su La Valletta, dove i 28 dovranno trovare l'accordo politico sul da farsi, sapendo che le nuove regole per l'asilo europeo e le ricollocazioni dei rifugiati potranno sbloccarsi solo dopo che si sarà ripreso il controllo della frontiera esterna, pur mantenendo il difficile equilibrio con il principio del rispetto dello stato di diritto. I passi operativi della Ue saranno poi discussi nel Consiglio Esteri di lunedì.