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POLITICA

"Giudici che vogliono fare politica si candidino"

Migranti, Salvini: "Sentenza vergognosa su richiedenti asilo, faremo ricorso"

Il Tribunale di Bologna accoglie il ricorso di due richiedenti asilo contro il 'decreto Salvini' e impone al Comune l'iscrizione all'anagrafe. Il ministro dell'Interno: "Invito i sindaci a rispettare la legge". Cassazione: "Dl Salvini ha applicazione immediata anche per giudizi in corso"

 

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"Sentenza vergognosa, se qualche giudice vuole fare politica e cambiare le leggi per aiutare gli immigrati, lasci il Tribunale e si candidi con la sinistra. Ovviamente faremo ricorso contro questa sentenza, intanto invito tutti i Sindaci a rispettare (come ovvio) la Legge". Lo dice il ministro dell'Interno Matteo Salvini, commentando una sentenza del Tribunale di Bologna, che ha imposto al Comune di iscrivere all'anagrafe due richiedenti asilo che avevano fatto ricorso contro il diniego stabilito sulla base del cosiddetto 'decreto Salvini'.  

Fonti del Viminale sottolineano poi che sentenze di questo tipo non intaccano la legge: non sono definitive, riguardano singoli casi e per modificare la norma serve un pronunciamento della Corte Costituzionale. Il sindaco di Bologna, però nel frattempo, ha salutato "questa sentenza con soddisfazione, il Comune la applicherà senza opporsi", ha detto Virginio Merola.

La sentenza
Secondo i magistrati che hanno emesso la sentenza "la mancata iscrizione ai registri anagrafici impedisce l’esercizio di diritti di rilievo costituzionale ad essa connessi, tra i quali rientrano ad esempio quello all’istruzione e al lavoro". Viene inoltre sottolineato che la legge "non contiene un divieto esplicito di iscrizione per i richiedenti asilo, bensì evidenzia come il permesso di soggiorno per richiesta di asilo non costituisce titolo per l’iscrizione all’anagrafe". 

Intanto ad alimentare le polemiche contribuirà sicuramente una sentenza della Cassazione  secondo cui il dl Salvini, con la nuova normativa sui permessi di soggiorno per i migranti, ha "applicazione immediata": Una nozione che "è connaturata al principio di imperatività della legge", che in caso contrario finirebbe "per applicarsi solo ai rapporti 'nuovi'" e "mai a quelli 'in corso'al momento della decisione".

Questa nuova interpretazione della Cassazione riapre la questione della irretroattività della nuova norma sulla sicurezza e i migranti, in contrasto con una precedente decisione della Corte.