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MONDO

A Calais prosegue sgombero

Migranti, bloccata ferrovia al confine tra Macedonia e Grecia. Oltre 10 mila bloccati a Idomeni

Resta alta la tensione al confine tra Grecia e Macedonia, bloccata la ferrovia.  A Calais iraniani si cuciono bocca con ago e filo per protesta. La Commissione Europea stanzia 700 milioni in 3 anni

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Alta tensione tra Grecia e Macedonia
 Un gruppo di migranti e profughi bloccati da giorni a Idomeni in territorio greco alla frontiera con la Macedonia hanno occupato i binari di una linea ferroviaria che collega i due Paesi chiedendo alle autorità di Skopje di consentire loro l'ingresso in Macedonia e proseguire il viaggio lungo la rotta balcanica. Sono oltre 10 mila i migranti ammassati alla frontiera, che la Macedonia apre a intermittenza e con il contagocce facendo passare poche centinaia di persone al giorno, tante - dicono a Skopje - quanti sono gli ingressi consentiti dalla vicina Serbia. La tensione è sempre alta e la situazione umanitaria si degrada di giorno in giorno. 

A Calais prosegue lo smantellamento della 'Giungla'
 Alcuni migranti iraniani del campo di Calais, nel nord della Francia, in corso di sgombero, si sono cuciti la bocca con ago e filo per protestare contro l'operazione di smantellamento e di trasferimento degli occupanti della cosiddetta "giungla" in altre zone di accoglienza del Paese.  Al terzo giorno di smantellamento, un gruppo di migranti ha inscenato un breve corteo nei sentieri del campo mostrando a telecamere e fotografi le bocche cucite. Imbracciavano cartelli con le scritte "We are humans" (siamo umani) e "Dov'è la vostra democrazia? Dov'è la vostra libertà?".  Alcuni addetti di Medecins sans frontieres hanno detto che i migranti gli avevano chiesto di cucire loro la bocca: "lo hanno fatto poi da soli, senza badare troppo alle norme sanitarie, sterilizzando gli aghi riscaldandoli".

L'aiuto finanziario della Gran Bretagna alla Francia per la gestione della crisi dei profughi a Calais "sarà aumentato di una ventina di milioni" di euro, oltre ai 60 già stanziati. Lo ha dichiarato alla radio Rfi il sottosegretario francese agli Affari Europei, Harlem Désir, a poche ore dell'inizio del summit franco-britannico ad Amiens.
L'aiuto, ha spiegato Désir, contribuirà ad aumentare "la messa in sicurezza della zona di accesso al tunnel e della zona del porto" e a supportare "la lotta contro le reti di trafficanti di uomini", oltre che a finanziare l'accoglienza e il sistema amministrativo necessario per gestire le domande d'asilo.


la Commissione Ue stanzia 700 milioni in 3 anni
La Commissione europea ha deciso di proporre al Consiglio e al Parlamento di stanziare urgentemente nuovi fondi per aiutare i paesi maggiormente esposti alla crisi dei rifugiati ad affrontare la crisi umanitaria che sta provocando. In particolare, se i Ventotto daranno il loro via libera, verranno stanziati 300 milioni nel 2016, 200 nel 2017 e 200 nel 2018, "per fornire aiuto dove è più necessario", ha spiegato il commissario per gli Aiuti umanitari e la gestione delle crisi, Christos Stylianides.

"Con questa proposta potremo fornire assistenza di emergenza per le crisi all'interno dell'Unione europea molto più in fretta di prima - ha spiegato dopo la riunione del Collegio dei commissari - Non si può perdere tempo nel mettere a disposizione tutti i mezzi per prevenire le sofferenze umanitarie all'interno dei nostri confini. La proposta di oggi renderà disponibili 700 milioni, e chiedo a governi europei e Parlamento di approvarla velocemente". Dei fondi potranno usufruire i paesi le cui capacità di risposta sono sopraffatte da circostanze urgenti ed eccezionali, come il flusso di rifugiati senza precedenti che si sta riversando in Grecia. Proprio ieri Atene ha chiesto fondi per far fronte all'emergenza, e già in occasione del vertice del 17 e 18 febbraio gli stessi leader Ue avevano definito una priorità quella di sostenere finanziariamente i paesi, e in particolare la Grecia, maggiormente esposti alla crisi umanitaria. La Commissione chiarisce che con la proposta di oggi non saranno tolti fondi ai programmi umanitari gia' esistenti e riservati ai paesi extra Ue: l'Unione, spiega una nota, confema "il suo impegno a guidare la risposta umanitaria internazionale alla crisi in Siria, oltre alle altre emergenze globali in cui l'aiuto umanitario Ue contribuisce a salvare vite umane".