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POLITICA

I magistrati: Reato è ostacolo alle indagini

Migranti, il governo cambia idea: resta il reato di immigrazione clandestina

Palazzo Chigi prende tempo: “Il fattore psicologico è importante”. Scontro tra i ministri Orlando e Alfano. Il governo rinuncia al decreto

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Il reato di immigrazione clandestina non si tocca, almeno per il momento. Il governo era pronto a presentare un decreto legislativo per abrogare il reato di clandestinità ma il testo per ora non approderà in Cdm. Il reato di immigrazione clandestina resta, dunque, così com’è, ma l'idea è di eliminare la multa per i semplici clandestini, alzando considerevolmente le pene per quelli che vengono sorpresi a delinquere, modificando il reato e di trasformandolo atraverso un emendamento al ddl di riforma del processo penale in discussione al Senato.

Dall'esecutivo si ribadisce che si deciderà la settimana prossima sulla "base di una valutazione politica" e "senza toni barricaderi", nel prossimo consiglio dei ministri del 15 gennaio, ma di fatto la contrarietà di Alfano e le perplessità dello stesso Renzi lasciano in stand by la depenalizzazione del reato richiesta tra l'altro dal presidente dell'Antimafia Roberti.

Il presidente del Consiglio ne aveva discusso venerdì con i capigruppo dem Zanda e Rosato e con il ministro Boschi, non nascondendo i timori sul fatto che in questo momento procedere in questa direzione significherebbe lanciare un messaggio fuorviante all'opinione pubblica.

La Lega e FI, al balenare dell'ipotesi depenalizzazione, come era prevedibile hanno alzato le barricate e, anche se nel Pd - Speranza ma anche il ministro Orlando - c'è chi ritiene che non si debba frenare, Ncd è contraria e la linea illustrata da Alfano è stata ribadita dopo un confronto con il premier: "In questo momento particolarissimo occorre evitare - ha sostenuto il responsabile dell'Interno - di trasmettere all'opinione pubblica dei messaggi che sarebbero negativi per la percezione di sicurezza". 

Il presidente del Consiglio ha auspicato allo stesso tempo che le resistenze sulle unioni civili da parte dei centristi vengano meno. 

La magistratura, intanto, rimarca che quel reato, così com’è, non soltanto è inutile, ma addirittura controproducente. Spiega Maurizio Carbone, pm a Taranto, segretario generale dell’Anm: "Siamo tenuti ad aprire un fascicolo per ogni immigrato che sbarca". Per essere chiari: quattrocentomila arrivi significano quattrocentomila procedimenti, altrettanti avvocati d’ufficio pagati dallo Stato, e grottesche multe inesigibili. All’effetto pratico, peraltro, il reato di immigrazione clandestina non ha dissuaso nessuno, ma ha complicato all’inverosimile i processi agli scafisti: i clandestini sono tutti indagati, quindi devono essere interrogati alla presenza di un avvocato, e hanno diritto a farsi tradurre gli atti nella loro lingua. Ecco perché il superprocuratore antimafia, Franco Roberti, può dire che "nella realtà il reato di immigrazione clandestina è un ostacolo alle indagini".