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MONDO

Le misure saranno discusse dai ministri dell'Interno a Tallin

Migranti, il piano della Commissione Ue: più aiuti all'Italia e alla Libia

Il piano prevede 35 milioni di euro di stanziamento supplementare per Roma e un progetto del valore di 46 milioni per Tripoli. Tra le proposte un nuovo sistema di reinsediamento, in particolare da Libia, Egitto, Niger, Etiopia e Sudan di concerto con l'Unhcr.  Ambasciata Austria: misure solo in caso emergenza 

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La Commissione europea ha proposto un "piano di azione" per sostenere l'Italia, alle prese con gli arrivi senza sosta di migranti dalla Libia sulle sue coste. Un piano che prevede in particolare nuovi finanziamenti per aiutare le autorità di Roma e Tripoli a gestire la situazione.

35 milioni all'Italia, 46 alla Libia
Il piano, presentato al Parlamento europeo a Strasburgo, prevede di "rafforzare ulteriormente le capacità delle autorità libiche grazie a un progetto da 46 milioni di euro elaborato congiuntamente con l'Italia" e di aumentare l'aiuto all'Italia grazie a uno stanziamento supplementare di "35 milioni di euro da sbloccare immediatamente".

Il vertice di Tallinn
Le misure saranno discusse alla riunione dei ministri dell'Interno giovedì a Tallin. Tra le proposte un nuovo sistema di reinsediamento, in particolare da Libia, Egitto, Niger, Etiopia e Sudan di concerto con l'Unhcr e con decorrenza immediata, accelerazione del ricollocamento dall'Italia, reagendo in modo più rapido alle richieste italiane, aumentando la consistenza e la regolarità degli impegni. Cosa quest'ultima molto difficile da concretizzare data l'opposizione di tre paesi dell'Est: Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca. 

Le proposte della Commissione
Per sostenere l'Italia e ridurre i flussi migratori la Commissione propone una serie di misure da adottare ora per accelerare gli interventi collettivi dell'Unione europea lungo la rotta del Mediterraneo centrale.

Tra questi: incrementare ulteriormente la capacità delle autorità libiche grazie a un progetto dotato di 46 milioni di euro e preparato congiuntamente con l'Italia; finanziare la creazione in Libia di un centro di coordinamento e soccorso marittimo pienamente operativo; aumentare i finanziamenti per la gestione della migrazione in Italia di ulteriori 35 milioni di euro da mobilitare immediatamente. 

Poi: garantire una piena mobilitazione delle agenzie dell'UE: l'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo (EASO) è pronto ad aumentare il numero delle unità mobili che contribuiscono al trattamento delle domande; l'Agenzia europea della guardia costiera e di frontiera dovrebbe esaminare urgentemente le proposte dell'Italia in relazione all'operazione congiunta Triton; e la riserva di reazione rapida della guardia di frontiera e costiera europea, forte di 500 esperti sul rimpatrio, è pronta per essere dispiegata su richiesta dell'Italia; avviare e finanziare un nuovo sistema di reinsediamento, in particolare da Libia, Egitto, Niger, Etiopia e Sudan di concerto con l'UNHCR e con decorrenza immediata; collaborare con la Libia per rafforzare i controlli sulla frontiera meridionale, in cooperazione con i paesi del G5 Sahel e gli Stati membri e con il sostegno finanziario dell'UE. 

E ancora: intensificare gli interventi per stipulare accordi di riammissione (o accordi informali equivalenti) con i paesi di origine e di transito, con il sostegno degli Stati membri; intensificare la cooperazione con Niger and Mali nell'ambito del quadro di partenariato per prevenire gli spostamenti verso la Libia; continuare a lavorare con l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (IOM) per accelerare i rimpatri volontari assistiti dalla Libia e dal Niger verso i paesi di origine, anche mediante un aumento dei finanziamenti; garantire di concerto con gli Stati membri la piena attuazione del quadro di partenariato, anche estendendolo ad altri paesi rispetto ai 5 prioritari, esercitando pressioni di tipo sia positivo che negativo; in aggiunta ai 200 milioni di euro già stanziati nel 2017 per la "finestra" per l'Africa settentrionale ("North Africa window") del Fondo fiduciario UE-Africa, garantire finanziamenti equivalenti per il 2018 e gli anni successivi con contributi del bilancio dell'UE e degli Stati membri. 

Le richieste all'Italia
Per la Commissione europea l'Italia dovrebbe: redigere, in consultazione con la Commissione e sulla base di un dialogo con le ONG, un codice di condotta per le ONG che effettuano attività di ricerca e soccorso nel Mediterraneo; rispettare gli impegni assunti in materia di ricollocamento registrando urgentemente tutti gli eritrei presenti in Italia; centralizzando e standardizzando la procedura di ricollocamento; consentendo il ricollocamento dei minori non accompagnati; e facendo prova di una maggiore flessibilità nei controlli di sicurezza organizzati a livello bilaterale con altri Stati membri;  attuare rapidamente la legge Minniti, anche creando capacità supplementari nei centri di crisi;  aumentando la capacità di accoglienza e aumentando in modo sostanziale e in tutta urgenza la capacità di trattenimento, portandola ad almeno 3000 posti;  aumentando il periodo massimo di trattenimento in linea con il diritto dell'UE;  e accelerando in modo marcato l'esame delle domande di asilo in fase di ricorso;  accelerare i rimpatri avvalendosi maggiormente delle procedure rapide e dei motivi di inammissibilità;  elaborando un elenco nazionale di paesi di origine sicuri;  emettendo decisioni di rimpatrio di pari passo e contemporaneamente con quelle sull'asilo; valutando la possibilità di utilizzare restrizioni in materia di residenza;  ed evitando di fornire documenti di viaggio ai richiedenti asilo. 

Amb. Austria: misure solo in caso emergenza 
L'ambasciatore austriaco a Roma ha rappresentato al ministero la posizione secondo la quale i preparativi per controlli di frontiera al Brennero "sono misure di pianificazione e di preparazione in caso di emergenza". Lo dice un portavoce del ministro degli Esteri austriaco Sebastian Kurz all'agenzia Apa. L'ambasciatore austriaco a Roma Rene Pollitzer era stato convocato alla Farnesina dopo che Vienna si era detta pronta a schierare se necessario l'esercito al valico italo-austriaco. Il portavoce ha riferito che Roma ha "espresso delusione per le iniziative di Vienna".