Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Milan-ai-cinesi-Berlusconi-e-il-magnate-delle-bevande-smentiscono-f7d7921f-6e47-4ab4-8af7-96d4f5666237.html | rainews/live/ | true
SPORT

Milano

Milan ai cinesi, Berlusconi e il magnate delle bevande smentiscono

Rumors sulla vendita del 75% dellla società rossonera a Zong Qinghou. Ma le parti negano la trattativa

Condividi
Voci che arrivano da Villa San Martino e Palazzo Grazioli, smentite che rimbalzano da Pechino e da Milanello. Si circonda di mistero l'affermazione che vorrebbe Silvio Berlusconi pronto a vendere il 75% del Milan, riportata dall'entourage dell'ex premier dopo incontri privati e riunioni più allargate che si tengono tra Arcore e Roma.

L'ultima volta sarebbe stata martedì sera a Palazzo Grazioli, incontrando una ventina di Comites, i rappresentati delle comunità italiane all'estero. A loro ha raccontato che la trattativa è ormai chiusa, che "serve ancora qualche mese per limare i dettagli", ma che ormai non ci sono dubbi. Con la garanzia, spiegava Berlusconi la scorsa settimana durante un pranzo ad Arcore, che la figlia Barbara conservi il suo ruolo di amministratore delegato.

Il costo dell'operazione dovrebbe superare il miliardo di euro. Anche se l'ex premier, sempre nei suoi incontri privati, parla di "un miliardo e mezzo". D'altra parte, secondo quanto va raccontando Berlusconi ormai da settimane, "l'interesse dei cinesi sarebbe sostenuto con forza dallo stesso governo di Pechino", con un "ruolo centrale nell'operazione del primo ministro". L'obiettivo, infatti, sarebbe quello di diffondere il più possibile il calcio in Cina, un Paese con oltre 1,3 miliardi di abitanti dove non dovrebbe essere difficile "crescere" una nazionale che in pochi anni possa competere ai massimi livelli. Anche se la Repubblica popolare cinese si è qualificata una sola volta per i Mondiali di calcio (nel 2002), l'intenzione è quella di ritagliarsi al più presto un ruolo centrale nel mondo del calcio e nelle diverse competizioni internazionali a partire dai Mondiali che si terranno in Russia nel 2018.

Di qui la decisione del governo di finanziare la Evergrande International Football School, in termini di dimensioni la più grande scuola calcio del mondo. Il secondo decisivo passo di questo progetto - ha raccontato in questi giorni Berlusconi ai suoi interlocutori - sarebbe proprio l'acquisto del Milan. "E' la seconda squadra al mondo per numero di titoli - ricorda l'ex premier - e la più conosciuta in Cina". Dell'acquisto si tornerà a parlare nel dettaglio a breve visto che l'ex premier avrebbe in agenda un faccia a faccia con la delegazione cinese nelle prossime 24 ore ad Arcore: stasera o al più tardi domani. 

Le smentite cinesi e quelle italiane
La notizia ovviamente ha fatto il giro del mondo, così come subito ci si è precipitati a smentire l'accordo raggiunto da entrambe le parti. Fonti vicine a Berlusconi precisano che non esiste alcuna trattativa in merito. L'ipotesi messa periodicamente in circolazione, spiegano le stesse fonti, è priva di fondamento, frutto di fantasia e verrà smentita anche in futuro. Le fonti vicine a Berlusconi ci tengono inoltre a sottolineare che non è mai stata fatta una reale valutazione circa il valore della società calcistica.

Anche il magnate Zong Qinghou, considerato  uno degli uomini più ricchi della Cina ha subito parlato di notizia "priva di qualsiasi fondamento". Dopo i rumors lo ha precisato la segreteria del presidente della più grande compagnia cinese di bevande, attraverso l'ufficio di Pechino dell'Ice, l'agenzia per la promozione all'estero delle imprese italiane, che collabora con il gruppo Wahaha. 

Adesso toccherà aspettare. Dovrebbe tornare in Italia, dopo Pasqua, il tailandese Bee Taechaubol, fino a febbraio considerato il maggior pretendente del Milan. Un incrocio tra Milano, Bangkok e Pechino tutto da capire.