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ITALIA

Era andata in ospedale per forti dolori addominali. Procura apre un'inchiesta

Milano, dimessa dalla clinica, donna incinta di otto mesi muore dopo poche ore

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Milano
Una donna all'ottavo mesi di gravidanza è morta poche ore dopo essere stata dimessa dall'ospedale. La donna, 40 anni, italiana, era arrivata alla clinica San Pio X alle 19 per forti dolori addominali. Per un'ora è stata sottoposta ad accertamenti clinici per verificare lo stato di salute suo e quello del feto senza riscontrare problemi tali da fare scattare un ricovero. La donna, alla 35esima settimana di gravidanza, viene dimessa con la raccomandazione di ripresentarsi immediatamente in ospedale in caso di un riproporsi dei dolori. Cosa che non è riuscita a fare, perché in poche ore la situazione è precipitata. 

Allertato il 118 arriva immediatamente e inizia le prime manovre di rianimazione. La donna è in arresto cardiocircolatorio e quando arriva al Niguarda, sette minuti dopo, è praticamente morta. Viene tentato un cesareo d'emergenza, ma non c'è più nulla da fare: la rottura dell'utero ha portato a un'emorragia devastante. Alle sei del mattino viene constatato il decesso di entrambi. 

La procura della Repubblica di Milano ha aperto un'inchiesta dopo la denuncia dei familiari. Le ipotesi di reato sono omicidio colposo e aborto colposo. Le indagini sono coordinate dal procuratore aggiunto Nunzia Gatto. Da quanto si è saputo, alcuni medici coinvolti sarebbero già stati iscritti nel registro degli indagati, anche per poter svolgere consulenze e accertamenti. I familiari della donna si chiedono come possa essere possibile che, uscita dall'ospedale con la rassicurazione dei medici sullo stato di salute suo e quello del feto, la donna sia morta. ​

La San Pio X ha messo a disposizione della magistratura la cartella clinica e tutta la documentazione, sottolineando di avere svolto tutti gli esami nel modo più scrupoloso possibile nella linea della massima trasparenza. Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, che detiene temporaneamente la delega sulla Sanità, ha disposto che i funzionari preposti effettuino ''immediate verifiche'' sulla vicenda.