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ITALIA

L'indagine

Milano, operazione della polizia contro la gang dei 'latinos' Barrio 18: 14 arresti

Le accuse vanno dall'associazione per delinquere al tentato omicidio passando per la rapina aggravata, lo spaccio di sostanze stupefacenti, la ricettazione, le lesioni personali aggravate e la detenzione e porto di armi da sparo e da taglio

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Una maxi operazione della polizia di stato è scattata questa mattina all'alba nei confronti della banda salvadoregna 'Barrio 18' a Milano.

Decine di uomini della squadra mobile hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Milano, Paolo Guidi su richiesta del sostituto procuratore Enrico Pavone, nei confronti di 14 soggetti, per lo più salvadoregni, indagati a vario titolo di associazione per delinquere, tentato omicidio, rapina aggravata, spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione, lesioni personali aggravate e detenzione e porto di armi da sparo e da taglio, per fatti commessi nel capoluogo lombardo tra il gennaio e l'ottobre 2014. 

La 'Barrio 18' è una delle più pericolose e diffuse gang di 'latinos' al mondo. Nata a Los Angeles da immigrati salvadoregni di seconda generazione, la banda conta oggi decine di migliaia di affiliati solamente in California, ed è presente in tutta l'America Centrale, ma anche in Spagna, Australia, Gran Bretagna, Canada, Francia, Germania e, da qualche anno, anche Italia. Da semplice gang di strada, dedita a furti, rapine e piccolo spaccio, alcuni dei suoi gruppi sono divenuti sempre più sofisticati e hanno alzato il tiro commettendo reati sempre più ambiziosi: sono stati uomini della 'Barrio 18', nel 2009, a rapire e uccidere il fratello 16enne di Wilson Palacios, ex giocatore del Birmingham City e centrocampista della nazionale honduriana.

La 'Barrio 18' e' da sempre nemica di un'altra gang diffusa anche in Italia, la 'Mara Salvatrucha'. Le caratteristiche della banda sono quelle tipiche delle gang di strada ispaniche: gerarchia rigida, codice obbedienza applicato con la violenza, riti di affiliazione a base di pestaggi di gruppo, spedizioni punitive con coltelli, machete e pistole, tatuaggi e graffiti come segnali di riconoscimento e per marcare il territorio, una cassa comune alimentata da spaccio e furti impiegata per le necessità degli affiliati e dei complici detenuti.

Nel corso dell'indagine la polizia di stato ha sequestrato coltelli, pistole e machete, sventando in un'occasione il tentato omicidio di un esponente della Mara Salvatrucha. Il bersaglio di questo tentato omicidio, spiegano gli inquirenti, è tra i protagonisti della furiosa aggressione a colpi di machete avvenuta l'11 giugno scorso alla stazione di Villapizzone, a Milano, nella quale il controllore di Ferrovie Nord Carlo Di Napoli rischiò di perdere un braccio.

Oltre alla provincia di Milano, l'operazione riguarda anche quelle di Varese, Como e Belluno, dove sono stati localizzati alcuni degli indagati.