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ECONOMIA

Occupazione

Jobs act, ministero del Lavoro: ad aprile 210mila nuovi contratti

Ad aprile le attivazioni di nuovi contratti a tempo indeterminato sono state 171.515 a fronte di 122.979 cessazioni con un saldo attivo di oltre 48.000 contratti stabili

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Ad aprile le attivazioni di nuovi contratti a tempo indeterminato sono state 171.515 a fronte di 122.979 cessazioni con un saldo attivo di oltre 48.000 contratti stabili. Lo rileva il ministero del Lavoro: le assunzioni sono state quindi superiori rispetto a quelle che si sono avute nell'aprile del 2014 (112.839). Nello stesso mese le attivazioni di nuovi contratti di lavoro sono state 756.926, circa 210.000 in più rispetto alle cessazioni registrate nel periodo (546.382).

+48mila contratti stabili
Il dato diffuso dal ministero nell'indagine sulla dinamica dei contratti è in linea con quello registrato ad aprile 2014 (+203.000) ma con un saldo migliore per i contratti a tempo indeterminato: +48.000. Sotto il profilo di genere il confronto aprile 2015-aprile 2014 registra un aumento sostanzioso di contratti a tempo indeterminato per le donne; erano 41.114 lo scorso anno, sono 63.134 i contratti che fanno loro riferimento nel 2015 ma un calo generalizzato per tutte le altre forme contrattuali.

Delle 756.926 attivazioni (717.955 nell'aprile 2014), 171.515 (112.839 lo scorso aprile) sono contratti a tempo indeterminato, 475.273 (erano 476.053) sono contratti a tempo determinato, 18.443 (erano 24.335) sono contratti di apprendistato, 38.632 (contro 47.946) sono collaborazioni e 53.063 (a fronte di 56.782) sono le forme di lavoro classificate nella voce 'altro' . L'incidenza dei nuovi contratti a tempo indeterminato attivati è passata dal 15,7% dello scorso aprile al 22,7%.

Delle 546.382 cessazioni (514.646 ad aprile 2014), 122.979 (118.856 lo scorso aprile) fanno riferimento a contratti a tempo indeterminato, 328.148 (erano 300.621) a tempo determinato, 13.636 (erano 13.142) sono relative a contratti di apprendistato, 36.619 (contro 39.035) a collaborazioni e 45.000 (a fronte di 42.992) a forme di lavoro classificate nella voce 'altro'. L'incidenza delle cessazioni dei contratti a tempo
indeterminato è passata dal 23,1 al 22,5%.