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MONDO

Bomoanga, diocesi di Niamey

Missionario italiano rapito in Niger. Si indaga per terrorismo

Si tratta di padre Pierluigi Maccalli, originario della diocesi di Crema

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Un sacerdote italiano, padre Pierluigi Maccalli, è stato rapito questa notte da presunti jihadisti in Niger: lo riferisce l'agenzia Fides, che riporta le parole di padre Mauro Armanino, missionario a Niamey. "Da qualche mese la zona si trova in stato di urgenza a causa di questa presenza di terroristi provenienti dal Mali e dal Burkina Faso", ha commentato padre Armanino. 

La ricostruzione dell'accaduto
La Società delle Missioni Africane (Sma)  aggiunge alcuni particolari alle prime notizie diffuse questa mattina. Secondo quanto riferiscono i missionari nella Curia generalizia di Genova, un gruppo di uomini armati si è introdotto nel villaggio alle 21.30 ore locali (23.30 ora italiana) di ieri, ha rapito il sacerdote, rubando il suo computer e il suo telefono. È stato possibile ricostruire i fatti grazie alla testimonianza di un confratello indiano che vive insieme a padre Pierluigi ma che è riuscito a mettersi in salvo. 

L'allerta della polizia
Padre Maccalli, originario della diocesi di Crema, già missionario in Costa d'Avorio per vari anni, operava nella parrocchia di Bomoanga, diocesi di Niamey. La sua missione si trova alla frontiera con il Burkina Faso e a circa 125 km dalla capitale Niamey. "Negli ultimi mesi - spiegano i confratelli - le forze dell'ordine avevano messo in guardia i religiosi. La polizia e le forze dell'ordine avevano infatti registrato movimenti sospetti di miliziani jihadisti proprio al confine con il Burkina Faso". Per tutelare la propria sicurezza, i missionari avevano così limitato gli spostamenti e non uscivano più dalla missione nel corso della notte. 

Padre Maccalli probabilmente portato in Burkina Faso 
"Dopo il rapimento - riferiscono dalla Curia della Sma - padre Maccalli è stato probabilmente portato al di là della frontiera. Nella confinante regione del Burkina Faso c'è, infatti, una vasta foresta in cui hanno le proprie basi i miliziani jihadisti. Attualmente la diocesi di Niamey ha inviato un gruppo di sacerdoti nel villaggio di padre Maccalli per verificare i fatti e per prendere contatti con la comunità locale. Un altro religioso italiano di una parrocchia vicina è stato fatto evacuare e ora è al sicuro a Niamey". 

Il possibile movente
Da tempo padre Maccalli mette insieme evangelizzazione e promozione umana: scuole, dispensari e formazioni per i giovani contadini, riferisce l'agenzia Fides. Attento alle problematiche legate alle culture locali, aveva organizzato incontri per affrontare temi e contrastare pratiche legate alle culture tradizionali, tra le quali anche la circoncisione e l'escissione delle ragazze, attirandosi anche una certa ostilità. Potrebbe essere questo - notano fonti locali - uno dei moventi per il rapimento, avvenuto una settimana dopo il suo rientro da un tempo di riposo in Italia.

La procura di Roma indaga per terrorismo
La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine per sequestro di persona a scopo di terrorismo in merito al rapimento del sacerdote missionario Pierluigi Maccalli avvenuto nella notte in Niger per mano di un gruppo di presunti jihadisti attivi nella zona. L'indagine è affidata al sostituto procuratore Sergio Colaiocco. 

Tajani chiama il Presidente del Niger
 Il presidente del Parlamentoeuropeo Antonio Tajani si è subito mobilitato per il sequestro di padre Pierluigi Maccalli. "Ho appena parlato con il Presidente del Niger Mahamadou Issoufou", scrive in un tweet.





"Mi ha assicurato che sta seguendo personalmente la vicenda. La polizia nigerina sta raccogliendo tutte le informazioni utili. Mi terrà aggiornato sui prossimi sviluppi".