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MONDO

Negli Usa aperte due inchieste

Morte Lo Porto, Casa Bianca: Obama non aveva certezze quando vide Renzi

Il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Edward Price, ha detto: "Ci sono molti passaggi relativi alla raccolta di tutti i fatti necessari, nel condurre le analisi, e nei preparativi per informare. Questi passaggi non erano stati completati al momento della visita del premier Renzi"

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Giovanni Lo Porto
"Se il processo" di raccolta delle informazioni necessarie sul caso di Giovanni Lo Porto "fosse stato completato, il presidente Obama avrebbe sicuramente informato il premier Renzi quando era a Washington". Lo ha detto all'Ansa il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Edward Price.

 "Ci sono molti passaggi relativi alla raccolta di tutti i fatti necessari, nel condurre le analisi, e nei preparativi per informare. Questi passaggi non erano stati completati al momento della visita del premier Renzi", ha aggiunto Price.

Intanto, negli Stati Uniti l'Ispettorato generale della Cia e la Commissione Intelligence del Senato hanno aperto due inchieste sul raid di un drone dell'agenzia di spionaggio americana in Pakistan in cui hanno perso la vita gli ostaggi Giovanni Lo Porto e Warren Weinstein. 

Fonti dell'intelligence Usa hanno spiegato che, sulla base di quanto emergerà dall'indagine interna di Langley, Barack Obama potrebbe insediare un 'panel' indipendente per accertare errori e responsabilità. Un analogo 'panel' era stato istituito dal presidente americano nell'agosto 2013, dopo le rivelazioni di Edward Snowden sul programma di sorveglianza della National Security Agency . 

Venerdì Obama ha anche assicurato che gli Usa "riesamineranno" quanto accaduto, anche per trarne "lezioni" e verificare quali "miglioramenti" possono essere apportati alla strategia per la lotta al terrorismo. Finora, però, la Casa Bianca ha mantenuto il massimo riserbo sulle inchieste che verranno condotte e non ha neppure confermato che sia l'Ispettore generale della Cia David Buckley a guidare l'indagine interna.

I familiari di Lo Porto: ridateci il corpo
Nel frattempo i familiari del coperante italiano hanno scritto un messaggio nel quale chiedono il corpo per poter piangere il loro caro. "Siamo stati informati che il nostro Giancarlo è stato ucciso durante un attacco americano. Siamo devastati dal dolore, senza parole e senza una bara su cui piangere. Non capiamo i come e i perchè della sua morte ma pretendiamo che il governo faccia ora completa chiarezza  sulla vicenda", si legge. 

"Siamo stati rassicurati dalla Farnesina e aspettavamo con fiducia il suo ritorno ed ora si scopre che i fatti erano diversi. Giancarlo poteva e doveva essere liberato. Che fosse in quella zona era chiaro a tutti. E quindi l'uso di droni metteva a rischio la sua vita - continua il messaggio - .La sua morte non è stata un semplice errore la sua salma ci deve essere restituita. Il discorso del ministro Gentiloni davanti a un aula semideserta ha ingigantito nostro dolore". "Una commemorazione ufficiale - prosegue il messaggio - è un atto dovuto. Ai giornalisti chiediamo di rispettare il nostro dolore e di seguire il lavoro della magistratura e delle istituzioni".