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ITALIA

Test medicina legale

Morte Imane Fadil, i primi esami escludono tracce di radioattività

Restano in piedi le altre due ipotesi: avvelenamento da metalli o malattia rara

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Dalle prime analisi sui campioni dei tessuti degli organi prelevati a Imane Fadil, una delle principali testimoni del processo Ruby, non è emersa alcuna evidenza macroscopica di radioattività. E' quanto riferiscono fonti qualificate.  

Si tratta di un'importante svolta nell'inchiesta del procuratore aggiunto di Milano, Tiziana Siciliano, per omicidio volontario contro ignoti per la morte sospetta dell'ex  modella che ha parlato delle feste nella villa dell'ex premier Silvio Berlusconi. 

Questo dato scientifico farebbe cadere definitivamente l'ipotesi che Imane Fadil sia morta per avvelenamento da radioattività. Restano in piedi le altre due ipotesi: avvelenamento da metalli o morte per malattia rara.

L'operazione, iniziata ieri nel laboratorio di Medicina legale, ha riguardato gli organi interni, in particolare fegato e reni, dove oltre a eventuali tracce di radioattività,  potrebbe essere presente la 'vera' concentrazione di metalli trovati in "valori elevati ma non mortali" nel corpo dell'ex modella morta all'Humanitas, dopo circa un mese di agonia, per cause da accertare. Gli organi, a differenza delle urine e del sangue trasfuso due volte, conservano i livelli di metalli.